Assegno della pensione, intervenire per renderlo più alto. Cosa fare per aumentare la rendita previdenziale.
La pensione è il coronamento di una vita di lavoro che dura decenni. In questo periodo, durante la fase lavorativa, si accantonano i contributi che serviranno al calcolo della pensione. Ma per avere un assegno previdenziale sufficiente ad una vita dignitosa bisogna tener conto del sistema di calcolo della pensione.
Infatti la somma che si accantona durante gli anni (montante contributivo) non è l’unico elemento da considerare. Ci sono il coefficiente di trasformazione che varia con l’età del pensionamento, la rivalutazione basata sulla variazione media quinquennale del PIL, la retribuzione annua percepita. Questi sono gli elementi del sistema contributivo che si affianca a quello misto nel calcolo della pensione, sistema che interesserà tutti i lavoratori in futuro.
Assegno della pensione più elevato, cosa valutare
L’elemento dal quale occorre partire per valutare appieno la propria condizione in vista della pensione è il controllo della situazione contributiva. Questo perché più alto è il montante contributivo accumulato, più elevato è l’assegno pensionistico, almeno in linea generale.
In realtà alcuni contributi versati possono avere un effetto opposto, nonostante dovrebbero accrescere la pensione. Possono essere addirittura considerati dannosi ai fini della formazione dell’assegno che si andrà a prendere, una volta terminato il lavoro. La prima verifica va effettuata mediante l’estratto conto contributivo. Ma per avere un quadro delineato della propria condizione non basta.
Serve infatti l’estratto conto certificativo (ECO-CERT) che traccia un profilo più attendile della situazione. Per ottenere il primo documento è sufficiente accedere al sito istituzionale dell’INPS con le proprie credenziali CIE, CNS e SPID e visionarlo attraverso il servizio apposito. L’ECO-CERT va richiesto all’INPS che si riserva il diritto di rilasciarlo entro 50 giorni dalla domanda.
L’estratto conto certificativo riporta la situazione contributiva definitiva stimata dall’INPS e indica la reale portata dei contributi versati. Questo rende più semplice capire quale sia la prestazione più vicina a cui si ha diritto e se ci sono varie misure da sfruttare. Inoltre chiarisce se tra i propri contributi ve ne sono alcuni dannosi, perché invece di favorire il trattamento dal punto di vista della somma percepita, lo svantaggiano.
Ciò vale anche per i trattamenti anticipati, con alcuni contributi penalizzanti. Bisogna guardare i contributi versati negli ultimi anni di lavoro. Infatti i contributi da part-time o lo stato di disoccupazione alla fine della carriera incidono sulla contribuzione versata durante il sistema retributivo (per chi va in pensione con il sistema misto, che prevede una parte nel retributivo oltre il contributivo).
Soprattutto per chi ha almeno 18 anni di contributi versati prima del 1996. In questo caso conviene escludere dal calcolo i contributi dannosi con lo strumento della sterilizzazione o neutralizzazione, eliminandoli definitivamente dalla pensione.