Quando si parla di pensioni bisogna sempre essere pronti a tutto e il 2025 non partirà proprio con il piede giusto: in arrivo due nuove stangate.
Ogni anno, il 31 dicembre, affacciati dalla finestra mentre guardiamo il cielo, ci auguriamo sempre che l’anno che sta per iniziare ci porti tante belle novità. Ecco quest’anno sappiamo già in anticipo che il 2025, almeno per quel che riguarda le pensioni, ci porterà due belle stangate.
Una riguarderà chi in pensione c’è già mentre l’altra cattiva notizia riguarderà chi, invece, accederà alla pensione proprio il prossimo anno. Quello delle pensioni, inutile negarlo, è stato il settore maggiormente penalizzato dalla manovra di Bilancio del Governo di Giorgia Meloni.
Si poteva agire diversamente? Forse no avendo l’Esecutivo appena 20 miliardi di euro circa a disposizione e, di questi 20, 10 miliardi sono serviti solo per la riconferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi. Dunque prepariamoci ad iniziare il 2025 con due belle stangate che ci attendono proprio all’ingresso del nuovo anno.
Pensioni 2025: le brutte notizie che nessuno immaginava
“Perdete ogni speranza o voi che entrate…nell’anno 2025″…Umorismo a parte e senza cadere nel dramma, non si può negare che il 2025 non sarà un anno facile né per i pensionati né per i lavoratori che si appresteranno ad accedere alla pensione. Il Governo Meloni ha preso alcune decisioni che lasceranno l’amaro in bocca a molti ma, del resto, forse, non era possibile agire in modo diverso.
Partiamo dalla “stangata” che colpirà i lavoratori che si apprestano ad andare in pensione. Chi accederà alla pensione nel 2025 – sia di vecchiaia ordinaria che con qualche misura di pensione anticipata – avrà un assegno mensile più basso di chi c’è andato nel 2024. A parità di contribuzione, età e stipendio i lavoratori che andranno in pensione nel 2025 saranno penalizzati rispetto a chi è uscito dal lavoro quest’anno.
Il motivo è il seguente: sono stati abbassati i coefficienti di trasformazione, cioè i numeri che, moltiplicati per i contributi, stabiliscono l’importo della pensione. Essendo un numero più basso, va da sé che il risultato della moltiplicazione sarà più basso e, quindi, sarà inferiore l’importo della pensione.
La seconda stangata che ci attende sulla soglia del 2025, invece, colpirà le persone che in pensione ci sono già visto che, il prossimo anno, gli assegni Inps saranno soggetti ad una rivalutazione che non supererà lo 0,8%. Questo vuol dire che, chi nel 2024 ha preso una pensione di 614 euro al mese – l’importo attuale del trattamento minimo dell’Inps – nel 2025 ne prenderà circa 616. La delusione è stata forte.
E questa percentuale di rivalutazione dello 0,8% riguarderà solo gli assegni più bassi. Le pensioni più alte saranno rivalutate ancora meno e, quindi, l’incremento sarà di pochi centesimi la mese. I pensionati si sarebbero aspettati una percentuale di rivalutazione un po’ più generosa considerando che il costo della vita continua ad essere molto alto anche se il tasso d’inflazione è sceso rispetto ai due anni precedenti.