La pensione VO è una prestazione previdenziale riconosciuta dall’INPS, ma il pensionato che percepisce questa prestazione può lavorare?
Analizziamo nel dettaglio cosa significa pensione VO e se è compatibile con il lavoro autonomo o dipendente.4 L’INPS utilizza delle sigle per identificare le prestazioni assistenziali e previdenziali. Si tratta di una classificazione che serve a identificare la prestazione. Sono tante le sigle, riassumiamo quelle relative alle pensioni.
Pensione VO: codici di classificazione delle prestazioni INPS
L’INPS individua le prestazioni attraverso dei codici, ad esempio la pensione di vecchiaia e anzianità ha il codice “VO”; la pensione di invalidità “IO”; la pensione destinata ai superstiti “SO”; il contratto di espansione “ESPA”; Ape Sociale “APESOCIAL”; contratto di espansione “ESPA”; assegno di isopensione “VESO92”. Altri codici riguardano i fondi che sono confluiti nell’INPS, ad esempio quelli gestiti dall’Enpals, dall’Inpdap, eccetera.
Pertanto, la pensione VO si riferisce alla pensione di vecchiaia, possono accedere a questa misura i lavoratori che hanno maturato l’età pensionabile di 67 anni e un’anzianità contributiva di minimo venti anni. Possono accedere a questa misura sia i lavoratori del settore pubblico che privato.
I lavoratori dipendenti o autonomi che vantano una contribuzione al 31 dicembre 1995, rientrano nel sistema retributivo o misto. Inoltre, l’età pensionabile è soggetta all’adeguamento della speranza di vita ai fini ISTAT, attualmente bloccato fino al 31 dicembre 2026. L’adeguamento della speranza di vita consiste in un aumento di cinque mesi della età pensionabile, pertanto dal primo gennaio 2027, l’età pensionabile potrebbe arrivare a 67 anni e 5 mesi.
Il lavoratore che percepisce la pensione VO, può svolgere un’attività lavorativa dipendente o autonoma. La normativa non prevede restrizioni su questa misura, a differenza della pensione Quota 100, 102 o 103, che sono incompatibili con l’attività lavorativa, pena la sospensione della pensione.
Quindi, il reddito di lavoro è cumulabile con il reddito derivante dalla pensione VO. Inoltre, non sono previste penalizzazioni sulla pensione. Però, c’è un aspetto da considerare, e si tratta dell’aspetto fiscale. I redditi di lavoro e quelli di pensione si sommano nella dichiarazione dei redditi annuale (730 o modello Redditi). Questo comporta che il totale complessivo dei redditi sia assoggettato a un’aliquota diversa a quella applicata sul cedolino o sullo stipendio. Tale redditi possono confluire in uno scaglione di reddito diverso.
La regolarizzazione fiscale si ha con il conguaglio fiscale che comporterà un’imposta a debito più alta rispetto a quello pagata sui relativi redditi singolarmente. Il pensionato, sempre in sede di dichiarazione dei redditi, potrà compensare con le detrazioni fiscali l’imposta da pagare in più, pertanto sfrutterà le spese mediche, di ristrutturazione e tutte quelle che danno diritto a una detrazione, per compensare il debito previsto per la maggiore tassazione.
Infine, i contributi versati nel periodo in cui si percepisce la pensione, non si perdono. Il pensionato può chiedere il supplemento pensione all’INPS, in base ai nuovi contributi maturati, ricevendo un assegno più alto ogni mese.