È possibile annullare il debito delle cartelle esattoriali senza pensieri? La normativa stupisce i contribuenti in difficoltà.
Le cartelle esattoriali rappresentano una delle preoccupazioni più gravose per i contribuenti italiani. Nello specifico, il termine cartella esattoriale indica un atto formale attraverso cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunica al cittadino-contribuente l’esistenza di un debito nei confronti dello Stato.
L’importo del debito può riguardare imposte non versate, multe, contributi previdenziali o altre forme di credito richiesti dalla pubblica amministrazione. Il processo di emissione di una cartella esattoriale avviene in seguito ad un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate o, in alternativa, da parte di un altro ente pubblico predisposto.
La cartella esattoriale può contenere diverse informazioni, necessarie per il contribuente al fine del pagamento. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, infatti, comunica con esso l’importo totale e i dettagli del debito contratto, i termini e le modalità di pagamento.
Cartelle esattoriali: l’annullamento con il “silenzio-assenso”
La ricezione improvvisa di una cartella esattoriale coincide spesso con un drammatico senso di difficoltà nei confronti del debito da estinguere. Molti cittadini, tuttavia, non sono a conoscenza della possibilità di annullamento dello stessa senza ricorrere alla prescrizione o alla cosiddetta rottamazione. Grazie alla sempre valida norma del “silenzio-assenso”, difatti, è possibile debellare il proprio debito con lo Stato in maniera rapida.
Nel caso in cui venga emesso erroneamente o illegittimamente un debito nei confronti del contribuente, quest’ultimo può procedere con un ricorso nei confronti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La norma del “silenzio-assenso”, prevista dal Decreto Legge 228 del 2012, nasce con l’intento di fornire supporto contro le cosiddette “cartelle pazze” a chi desiderasse chiudere una cartella esattoriale illegittima in tempi relativamente veloci. In seguito all’avvenuta ricezione della cartella, il primo passo consiste nell’inviare tempestivamente un’istanza all’ente preposto alla riscossione.
Gli effetti della richiesta di riscossione, tuttavia, non possono più essere bloccati nell’immediato. Ciononostante, la documentazione e le motivazioni allegate all’istanza possono essere inoltrate per produrre un annullamento della stessa. In questa fase della procedura, il contribuente può appellarsi alla norma del “silenzio-assenso”.
L’ente creditore, infatti, avrà a disposizione una finestra di tempo di 220 giorni per comunicare al debitore una risposta, positiva o negativa, alla sua istanza. Trascorso il termine previsto senza una risposta, il cittadino-contribuente potrà ritenere annullato e decaduto il debito dovuto allo Stato senza dover inviare ulteriori comunicazioni per conferma.