Pensioni, non è ancora detta l’ultima parola: potremmo dover lavorare fino a 72 anni

Non possiamo ancora stare del tutto tranquilli sul fronte delle pensioni e l’ultima parola potrebbe ancora non essere stata detta: del resto c’è tempo fino al 31 dicembre. Qualcuno propone di portare l’età pensionabile a 72 anni.

Si torna a parlare di pensioni fuori ma soprattutto dentro al Parlamento perché, in fondo, non è ancora detta l’ultima parola e, anche se il Governo di Giorgia Meloni, non aveva in mente di introdurre grosse novità per il 2025, in realtà potrebbe ancora tutto cambiare. In meglio o in peggio? Questione di punti di vista.

Non sempre ciò che è meglio per le casse dell’Inps, infatti, risulta gradito ai contribuenti. Molti si aspettavano un’estensione di Quota 41 a tutti e non solo alle poche categorie alle quali questa misura si rivolge e continuerà a rivolgersi anche nel 2025. Anche il prossimo anno, infatti, potranno fruire di Quota 41 solo:

  • caregiver;
  • disoccupati:
  • lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%;
  • addetti ai lavori usuranti.

Estendere a tutti questa misura significherebbe erogare troppe pensioni in anticipo anche a persone di 59-60 anni: le casse dello Stato non reggerebbero il colpo a lungo. Non in questo momento almeno. Niente Quota 41 per tutti dunque mentre ritroveremo ancora la legge Fornero.

Ma presto potremo addirittura rimpiangere la legge che nel 2011 l’ex Ministro del Lavoro annunciò tra le lacrime. Infatti qualcuno ha proposto di portare l’età pensionabile addirittura a 72 anni. Andremo in pensione tutti a 72 anni quindi? Vediamo che cosa potrebbe ancora cambiare prima della fine dell’anno.

Pensione a 72 anni: presto potrebbe diventare realtà

Andare in pensione a 67 anni piace a pochi lavoratori che vorrebbero avere più tempo a disposizione per godersi la propria famiglia e magari anche i propri hobby senza l’obbligo di timbrare il cartellino ogni giorno fino a quasi a 70 anni. Ma il peggio potrebbe ancora arrivare: qualcuno ha proposto di alzare l’età pensionabile fino a 72 anni.

anziani che parlano
Pensione a 72 anni: presto potrebbe diventare realtà/Casertanotizie.com

La misura proposta come “alternativa flessibile” a Quota 41 si chiama Quota 89 e deriverebbe dalla somma di due numeri: 64 e 25 dove il primo numero indica l’età minima di uscita dal lavoro e il secondo gli anni di contributi minimi necessari per la pensione. Ma nel progetto del CNEL (Comitato Nazionale Economia e Lavoro) guidato dall’Azzurro Renato Brunetta l’età pensionabile potrebbe oscillare da un minimo di 64 fino ad un massimo di 72 anni.

La misura, al momento, sembra essere caduta nel vuoto ma non si esclude che non trovi accoglimento nei prossimi anni. L’idea del CNEL è assicurare una certa flessibilità ma senza abbandonare del tutto un’età minima di uscita dal lavoro per non mettere in crisi le casse dell’Inps e premiando chi deciderà di continuare a lavorare anche dopo i 67 anni.

Dunque niente pensioni prima dei 64 anni e senza almeno 25 anni di contributi. Inoltre, sempre nel progetto del CNEL, sarebbe opportuno garantire una soglia minima da raggiungere per andare in pensione e tale soglia potrebbe corrispondere a 1,5 volte l’importo dell’Assegno Sociale. Chi non dovesse raggiungere tale soglia dovrà continuare a lavorare. In alcuni casi anche fino a 72 anni.

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