Le regole da rispettare per andare in pensione sono destinate a cambiare, nel 2025 un fattore determinante l’avrà la data di nascita della persona.
Andare in pensione rappresenta un traguardo importante un po’ per tutti, specialmente perché questo viene ormai sempre più spesso raggiunto quando non si è più giovanissimi e si sente il bisogno di poter godere finalmente di riposo, senza gli assilli legati a orari e ruoli faticosi.
Negli ultimi anni però raggiungere questo risultato è però diventato sempre più difficile per molti, a causa di norme che hanno innalzato l’età pensionabile, creando la categoria tanto nota degli “esodati”, che ha reso diverse persone troppo vecchie per lavorare, ma troppo giovani per concludere la loro carriera professionale.
Nel momento in cui ci si avvicina a un nuovo anno si attendono spesso novità importanti, ce ne saranno alcune davvero interessanti anche in questo ambito nel 2025 ormai alle porte. Questo non potrà che interessare diversi lavoratori, tra le modifiche che stanno per entrare in vigore ce ne sarà una davvero interessante, che porterà a prendere in considerazione un fattore particolare, quello relativo alla data di nascita.
Come si potrà andare in pensione nel 2025
A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno è già possibile farsi un’idea di quali saranno i requisiti necessari per andare in pensione nel 2025 grazie alla nuova Legge di Bilancio, che a breve sarà sottoposta alla votazione finale. Un fattore preponderante sarà svolto dalla data di nascita del lavoratore, da cui sarà possibile calcolare quale misura sfruttare.
Chi lo desidera potrà ancora sfruttare una regola che sembrava essere destinata a essere messa da parte, la Quota 103, grazie a cui sarà possibile smettere di lavorare quando si sarà raggiunto il numero 103 sfruttando età e anni di contributi. È però necessario avere almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. In casi simili l’importo che si andrà a percepire ogni mese sarà calcolato sulla base del sistema contributivo. Attenzione, questo sarà però possibile solo per il lavoro autonomo occasionale, non sarà consentito fare un cumulo tra redditi da pensione e da lavoro.
Per quanto riguarda invece la pensione ordinaria questi sono i requisiti che saranno richiesti, come già accaduto negli ultimi anni:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Per i lavoratori precoci è possibile arrivare a 41 anni di contributi, di cui almeno uno prima dei 19 anni di età, oltre a dover appartenere alle categorie caregiver, lavoratori gravosi, invalidi e disoccupati. La situazione è però particolarmente restrittiva per chi rientra in uno dei lavori considerati gravosi, è necessario averli svolti in almeno sette degli ultimi dieci anni o per sei degli ultimi sette.
È confermata la possibilità di poter usufruire della pensione di vecchiaia, valida per chi ha compiuto 67 anni, ma sempre a condizione di avere almeno 20 anni di contributi. Nel 2025 questa facoltà sarà data ai nati del 1958. La regola sarà inoltre particolarmente differente per le donne, a cui sarà concessa un’agevolazione: ogni figlio avuto vale uno sconto di 4 mesi sull’età pensionabile. La riduzione potrà essere al massimo fino a 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli, con un’età pensionabile variabile tra i 65 anni e 8 mesi e i 67 anni. Nell’anno in arrivo sarà inoltre possibile smettere di lavorare a 71 anni se non si sono soddisfatti i requisiti per farlo a 67, questo vale per chi ha iniziato a versare contributi dal 1995 per almeno cinque anni.
Chi lo desidera potrà poi richiedere la pensione anticipata contributiva, se il primo accredito è successivo al 31 dicembre 1995. In questo caso sono richiesti almeno 64 anni di età e 20 anni di contributi versati, con la pensione che dovrà essere pari o superiore a tre volte l’assegno sociale. Nel caso delle donne sarà possibile accedere con un importo pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha un figlio, o 2,6 volte per chi ne ha di più.