Ecco quali sono i documenti che devi conservare per almeno 10 anni: se li hai buttati, potresti correre seri rischi sia legali che fiscali
Nelle abitazioni moderne, sempre più minimaliste, accumulare oggetti e scartoffie è diventata una pratica d’altri tempi. La costante e inarrestabile evoluzione tecnologica che ha reso tutti noi più smart, non poteva fare a meno di trasformare anche i nostri ambienti in luoghi smart: l’essenzialità è diventata sinonimo di accoglienza.
Sebbene anche i libri stiano pian piano venendo meno all’interno delle abitazioni, sostituiti da appositi strumenti elettronici per la lettura, è importante avere sempre uno spazio adibito alla raccolta di oggetti che hanno un’utilità di lunga durata, come alcuni particolari documenti. Servirsi di appositi faldoni potrebbe risultare una scelta fondamentale per non perdere carte e fogli di importanza cruciale: spesso infatti capita di gettare carte all’apparenza inutili, ma la cui funzionalità dura per oltre dieci anni. Ecco quali documenti non devi assolutamente perdere.
Si tratta di documenti che sono fondamentali dal punto di vista fiscale e che non vanno assolutamente persi: il Fisco potrebbe richiederli anche dopo anni e il non averli a disposizione può comportare spiacevoli conseguenze.
Vecchie fatture, bollette pagate e scartoffie burocratiche di ogni genere possono apparire come oggetti assolutamente inutili trascorso un po’ di tempo dalla loro emissione, eppure alcuni di essi hanno un’importanza cruciale. Esistono una serie di documenti da conservare per almeno dieci anni per evitare di incorrere in una multa molto salata nel caso in cui venga richiesta una copia degli stessi al fine di accertare i versamenti effettuati.
Innanzitutto, è il codice civile all’articolo 2220 a rammentare quali tipi di documenti cartacei o digitali vadano conservati per almeno 10 anni: fatture cartacee, da archiviare in faldoni affinché restino integre e leggibili; fatture digitali, da conservare mediante appositi processi di conservazione digitale. Vediamo gli altri.
Il Testo Unico Bancario (TUB) all’articolo 119 comma 4 sancisce l’obbligo di conservazione per almeno 10 anni degli estratti conto e di altri fondamentali documenti bancari. In questo arco temporale, il cliente della banca ha diritto di richiedere la copia delle varie operazioni effettuate presso l’istituto di credito. I documenti sanitari, inoltre, non vanno gettati.
Tra questi ultimi, i più importanti sono certamente quelli che attestano l’effettuazione di consulenze, radiografie, idoneità, da conservare per almeno 10 anni. Le cartelle cliniche invece vanno conservate illimitatamente. Altri documenti che non vanno mai buttati per almeno dieci anni sono: le ricevute delle spese di ristrutturazione, la tassa per la nettezza urbana (TARI) e il canone RAI.
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