Cartelle esattoriali: questi debiti passano ai figli, anche se rinunciano all’eredità

Cartelle esattoriali, è bene definire soprattutto questi debiti irrisolti che passano ai figli pure se questi rinunciano all’eredità. Ecco di quali parliamo e cosa prevede la legge

Quando si parla di cartelle esattoriali, molti pensano immediatamente all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e al ruolo che svolge nel recupero dei debiti fiscali. Ma c’è una domanda cruciale a cui è giusto darsi una risposta in anticipo se si è direttamente coinvolti in una situazione spiacevole col fico: cosa succede se i debiti rimangono insoluti e il debitore viene a mancare?

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Cartelle esattoriali, quali passano ai figli sempre e comunque – Casertanotizie.com

La premessa, innanzitutto, è che le cartelle esattoriali rappresentano uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per recuperare crediti insoluti dello Stato o di altri enti pubblici. Possono includere tasse non pagate, multe stradali, contributi previdenziali non versati e altre obbligazioni di natura fiscale o amministrativa.

Quando arriva una cartella esattoriale, il contribuente ha diverse opzioni: pagare entro 60 giorni, contestare l’importo con un ricorso o richiedere una rateizzazione. Tuttavia, se il debito non viene saldato o gestito, si entra in una fase esecutiva che nei casi peggiori arrivano fino a pignoramenti di beni mobili o immobili, blocco di conti correnti, fermo amministrativo di veicoli e altre azioni coercitive. Ma appunto cosa accade quando il debitore muore senza aver risolto le sue pendenze?

Rinuncia all’eredità: non sempre salva dai debiti

In caso di decesso, i debiti del defunto, compresi quelli contenuti nelle cartelle esattoriali, passano agli eredi insieme ai beni. La legge italiana offre due strumenti per evitare di ereditare debiti:

  1. Rinuncia all’eredità: l’erede può decidere di non accettare i beni e, di conseguenza, i debiti del defunto.
  2. Accettazione con beneficio di inventario: in questo caso, l’erede accetta l’eredità, ma la responsabilità per i debiti è limitata al valore dei beni ereditati.

Nonostante queste tutele, ci sono situazioni in cui i debiti possono comunque colpire i figli, anche se rinunciano formalmente all’eredità.

I debiti che non passano agli eredi

Ma prima vediamo i debiti del defunto che non si trasferiscono automaticamente ai figli. Ecco i principali casi in cui gli eredi non sono obbligati a farsene carico:

  • Debiti personali del defunto: ad esempio, prestiti o finanziamenti non garantiti non passano agli eredi se questi rinunciano all’eredità.
  • Multe e sanzioni amministrative: le sanzioni di carattere personale, come le multe stradali, si estinguono con la morte del debitore.
  • Debiti non notificati in vita: se la cartella esattoriale non è stata formalmente notificata al defunto prima del decesso, non può essere reclamata agli eredi.

I debiti che invece passano a figli ed eredi

Persona con cartelletta
Cartelle esattoriali: quando passano ai figli e quando no – casertanotizie.com

Ci sono, però, come dicevamo, alcune tipologie di debiti che possono passare ai figli anche se questi rinunciano all’eredità. Tra i più comuni:

  1. Debiti garantiti da ipoteche: se il defunto aveva un mutuo o altri debiti garantiti da un’ipoteca su beni immobili, il creditore può rivalersi direttamente sul bene ipotecato, anche se gli eredi rinunciano all’eredità.
  2. Debiti fiscali legati a beni ereditari: per esempio, tasse di successione o imposte dovute su immobili che facevano parte del patrimonio del defunto.
  3. Debiti solidali: in presenza di obbligazioni condivise (ad esempio, fideiussioni firmate dagli eredi in vita del defunto), gli eredi possono essere chiamati a rispondere anche indipendentemente dalla rinuncia.
  4. Debiti tributari notificati in vita: se il debito fiscale è stato notificato al defunto prima della morte, può essere reclamato agli eredi nel caso in cui accettino anche solo tacitamente l’eredità.

Dunque le cartelle esattoriali e i debiti fiscali possono diventare un terreno insidioso non solo per chi è direttamente coinvolto, ma anche per gli eredi. La gestione di queste questioni richiede particolare attenzione, perché il confine tra tutela e responsabilità è sottile e spesso poco chiaro.

Pur esistendo strumenti di tutela come la rinuncia all’eredità o l’accettazione con beneficio di inventario, alcune obbligazioni, come quelle garantite da ipoteche o debiti solidali, possono comunque coinvolgere i figli, creando situazioni impreviste e potenzialmente gravose. Per questo motivo, affrontare la questione successoria con tempestività e consapevolezza è fondamentale.

Essere informati rappresenta il primo e più importante passo per evitare sorprese: conoscere i propri diritti, le possibilità di azione e i limiti di responsabilità può fare davvero la differenza. Rivolgersi a un esperto legale o fiscale non è solo una scelta prudente, ma un atto doveroso per garantire una gestione serena e consapevole del proprio futuro e di quello dei propri familiari. E con largo anticipo possibilmente, non al momento del decesso.

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