Bollette arretrate: specifica importante in vista del nuovo anno. Queste fatture arretrate si possono non pagare ed è previsto proprio dalla legge
L’arrivo dell’inverno porta con sé non solo temperature più rigide e la gioia del Natale, ma anche un’altra faccia della medaglia: ovvero un aumento significativo delle spese legate alle bollette. Riscaldamento, luce e gas diventano voci di costo che pesano particolarmente sui bilanci familiari, spesso già messi a dura prova da altre necessità tra mutuo, costi auto, spese scolastiche e universitarie e tasse di fine anno.
Molte famiglie si trovano a dover fare i conti con scelte difficili: rinunciare a qualche spesa extra, rateizzare i pagamenti o, nei casi più complessi, rinviare una bolletta accumulando costi aggiuntivi dovuti agli interessi per il ritardo. Questo fenomeno è diventato sempre più comune, per poi riprendere fiato soprattutto in vista della primavera quando finalmente i costi calano e si intravede il sereno. E a tal proposito non arrivano buone notizie in vista di gennaio, febbraio e marzo con aumenti significativi in vista nelle varie utenze per i costi della materia in rialzo.
Durante questo periodo, l’uso intensivo del riscaldamento è inevitabile. Le case diventano rifugi dal freddo, ma mantenere una temperatura confortevole comporta un consumo elevato di gas o elettricità, a seconda del sistema utilizzato. A questo si aggiunge il maggior uso di energia elettrica dovuto alle giornate più corte e alla necessità di illuminazione prolungata.
Secondo alcune stime, le bollette invernali possono arrivare a rappresentare fino al 60% delle spese energetiche annuali di una famiglia media. Questo aumento improvviso, spesso non compensato da un pari incremento del reddito, costringe molte persone a prendere decisioni difficili.
Il rateizzo diventa spesso la soluzione ideale, anche se il problema – pur risolvendolo nell’immediato – lo protrae nel tempo facendo collassare le rate spalmate su altri costi. I requisiti per ottenere una rateizzazione sono i seguenti:
Occhio tuttavia ad alcune bollette arretrate che non vanno pagate per legge. La specifica è facilmente individuabile sulle stesse fatture di molte bollette che normalmente ci arrivano a casa o in email. In particolare, se dovessero arrivare bollette con importi che fanno riferimento a periodi più vecchi di due anni, hai il diritto di contestarla e non pagarla. Questo diritto è garantito dalla legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205/17), che ha introdotto la prescrizione biennale per le bollette di luce, gas e acqua.
Il tuo fornitore ha l’obbligo di informarti chiaramente riguardo a questa possibilità – motivo per cui va allegata una comunicazione specifica alla bolletta stessa – e facendolo almeno 10 giorni prima della scadenza del pagamento. Inoltre, deve agevolarti nella procedura di contestazione, fornendoti tutte le indicazioni necessarie per avviare il reclamo. Questo strumento è stato introdotto dal 1° marzo 2018 per proteggere i consumatori da richieste di pagamento relative a periodi troppo lontani nel tempo, spesso dovute a ritardi o inefficienze nella fatturazione da parte delle aziende.
Dunque se dovesse arrivarti una bolletta estremamente arretrata nel 2025, vecchia di due anni addirittura, puoi contestare formalmente gli importi, chiedendo che siano annullati, e assicurarti così che vengano rispettati i tuoi diritti come consumatore. La contestazione può avvenire tramite canali specifici come posta raccomandata, PEC o attraverso i servizi online messi a disposizione dall’azienda.
È fondamentale conservare una copia della bolletta in questione e qualsiasi documentazione utile a dimostrare la data a cui si riferiscono i consumi fatturati. Avviando la contestazione, non solo puoi chiedere che l’importo venga eliminato, ma puoi anche segnalare eventuali altre irregolarità.
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