Eredità: non solo beni e soldi. Quando c’è un decesso spesso nella successione subentrano anche dei debiti insoluti. Ecco come risalire a quali aveva un defunto
Quando una persona viene a mancare, l’eredità rappresenta il passaggio del suo patrimonio ai soggetti indicati dalla legge o da un testamento. Questo processo, spesso carico di emozioni e complessità burocratiche, è regolato dal Codice Civile italiano e prevede una serie di adempimenti fondamentali per garantire che la successione avvenga in modo corretto e nel rispetto delle volontà del defunto.
L’eredità può includere beni mobili, immobili, denaro, investimenti, ma anche debiti e obbligazioni, che passano agli eredi in modo proporzionale alla loro quota. Gli eredi, a loro volta, possono accettare l’eredità in modo esplicito o tacito, oppure rinunciarvi entro termini stabiliti dalla legge per evitare di acquisire anche eventuali passività.
La successione può avvenire in due forme principali: legittima, quando non c’è testamento, seguendo una rigida gerarchia stabilita dal legislatore, oppure testamentaria, quando esiste un testamento valido che dispone la divisione del patrimonio. Esistono inoltre diritti specifici riservati ai familiari più stretti, come la cosiddetta “quota legittima”, che garantisce a coniuge, figli e, in alcuni casi, ascendenti, una parte dell’eredità indipendentemente dalle disposizioni testamentarie.
Per avviare correttamente il processo di successione, è necessario presentare una dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla data del decesso. Questo documento elenca i beni del defunto e stabilisce le relative imposte da pagare. È importante valutare con attenzione tutti gli aspetti legali e fiscali, per cui spesso si ricorre al supporto di un notaio o di un avvocato esperto in diritto successorio.
Gli eredi legittimari sono quelle persone che, per legge, hanno diritto a una quota dell’eredità, indipendentemente dalle disposizioni testamentarie del defunto. Sono considerati legittimari:
Questi soggetti non possono essere esclusi completamente dall’eredità. Anche se il testamento dispone diversamente, essi possono richiedere la cosiddetta quota di legittima, cioè la parte minima del patrimonio che spetta loro per legge.
Ma cosa succede se il defunto non lascia coniuge, figli o ascendenti? In questi casi, l’eredità viene distribuita secondo un ordine preciso di parentela:
Il testamento consente al defunto di decidere come suddividere il proprio patrimonio, rispettando comunque i diritti dei legittimari. Senza testamento, invece, l’eredità segue le regole della successione legittima, che privilegia i parenti più prossimi.
Se l’idea di ricevere un patrimonio può sembrare allettante, è importante ricordare che insieme ai beni si ereditano anche i debiti del defunto. Questa situazione può creare difficoltà per gli eredi, soprattutto se non sono adeguatamente preparati.
La prima cosa da fare è verificare l’entità delle passività ereditarie. Tra gli strumenti utili ci sono:
Queste verifiche permettono di avere un quadro chiaro della situazione finanziaria del defunto, evitando sorprese spiacevoli.
Gli eredi possono scegliere di:
Se la gestione di un’eredità è complessa è spesso necessario l’aiuto di professionisti, come avvocati o consulenti fiscali. Questi esperti possono analizzare le passività ereditarie, gestire i rapporti con istituti finanziari e Agenzia delle Entrate e fornire assistenza nella scelta dell’accettazione più adatta.
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