Dov’è la Riforma delle Pensioni attesa da anni? Non ci sarà nemmeno nel 2025, le novità inserite in Manovra deludono nuovamente.
Le aspettative non vengono più deluse semplicemente perché gli italiani non ne hanno più. I lavoratori erano ben consapevoli che non avrebbero trovato alcuna nuova misura strutturale flessibile di pensionamento anticipato nella Legge di Bilancio 2025.
L’attesa di una Riforma delle pensioni che introduca misure strutturali flessibili per il pensionamento anticipato senza penalizzare troppo l’assegno pensionistico continua. L’Italia non ha le risorse per accontentare le richieste dei cittadini a livello previdenziale. Nel tempo la situazione peggiorerà, l’età di pensionamento aumenterà sempre più – si ipotizza che i 40enni di oggi andranno in pensione a 69/71 anni – a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’inverno demografico.
Invece che più flessibili gli scivoli diventeranno sempre più stringenti, riservati a pochi lavoratori. Aumenteranno i vantaggi per chi deciderà di continuare a lavorare gravando meno sulle casse dello Stato. Queste previsioni sono confermate dalle novità (o mancate novità sarebbe meglio dire) della Legge di Bilancio 2025. Il Governo ha prorogato Quota 103, l’APE Sociale e Opzione Donna confermando la versione contributiva del primo e terzo scivolo.
Panoramica sugli interventi della Manovra 2025
Nel 2025 l’accesso alla pensione di vecchiaia continuerà a richiedere il requisito contributivo di 20 anni e anagrafico di 67 anni di età senza finestre di decorrenza. Con soli cinque anni di contributi bisognerà attendere 71 anni mentre i lavoratori che svolgono attività gravose potranno andare in pensione a 66 anni e 7 mesi con 30 anni di contributi.
Continuerà ad esserci il pensionamento anticipato ordinario a 41 anni e dieci mese per le donne e un anno in più per gli uomini con finestre di decorrenza di tre mesi e la pensione anticipata in totalizzazione (con versamento di contributi in diverse casse, Gestioni e fondi previdenziali) con 41 anni di contributi e finestra di decorrenza di 21 mesi oppure la vecchiaia in totalizzazione con 20 anni di contributi e 66 anni di età. Quota 103 continuerà a prevedere un’età di 62 anni più 41 anni di contributi più le condizioni introdotte nel 2024 mentre nulla cambia per pensione per i precoci e Opzione Donna.
Novità ci sono con riferimento alla pensione anticipata contributiva dedicata a chi ha iniziato a maturare contributi dal 1° gennaio 1996. Ai fini del raggiungimento dell’importo minimo mensile dell’assegno (3 volte superiore all’assegno sociale oppure 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due o più figli) si può computare il valore delle prestazioni di rendita delle forme pensionistiche di previdenza complementare. In questo caso, però, il numero dei contributi salirà a 25 per poi crescere ulteriormente fino a 30 dal 2030.