Gli investimenti sugli immobili sono ancora così sicuri? Ecco tutte le tasse da pagare sull’immobile di proprietà nel 2025.
Gli investimenti rappresentano ancora le forme di incremento del capitale più efficaci all’interno del complesso ambito delle attività finanziarie. Nonostante l’emergere di nuove forme di investimento, tuttavia, in Italia il “mattone” continua ad attirare costantemente nuovi investitori.
Considerato tradizionalmente come bene essenziale, l’immobile è in grado di preservare o potenziare il valore del proprio patrimonio nel lungo periodo. Il valore del “mattone”, difatti, tende a crescere anno dopo anno e spesso segue l’andamento dell’economia generale del Paese.
L’acquisto di un immobile, inoltre, può generare un flusso costante di reddito per il proprietario, il quale può decidere di procedere con un contratto di locazione. Nonostante i molteplici aspetti positivi, prima di procedere con l’acquisto di un immobile, è bene considerare le tasse da corrispondere per la proprietà dello stesso.
Investire sugli immobili? Non dimenticare le tasse da pagare
Prima di procedere con l’acquisto di una nuova casa come forma di investimento, è bene considerare tutte le imposte obbligatorie da dover corrispondere allo Stato. In fase di compravendita dell’immobile, il futuro proprietario è tenuto a versare l’Iva, la quale presenta aliquote diverse in base alla tipologia dell’immobile. Tra queste, verrà applicato il 4% sulla prima casa, il 10% per tutte le case successive alla prima e il 22% per l’acquisto di immobili di lusso. Se l’acquisto dell’immobile deriva da una compravendita con un privato non soggetto a Iva, invece, quest’ultima verrà sostituita dal pagamento dell’imposta sul valore aggiunto.
In seguito alla fase di acquisto, il proprietario del nuovo immobile dovrà corrispondere l’imposta Tari, la quale grava inevitabilmente anche su chi utilizza la proprietà. Non sono previste esenzioni per la prima casa, tuttavia, è possibile ricorrere a delle agevolazioni nel caso in cui l’immobile non venga utilizzato. Sono contemplate, inoltre, anche delle riduzioni in base al Comune, per nuclei familiari composti da una sola persona o per immobili i quali vengono utilizzati stagionalmente.
Nella lista delle imposte, inoltre, spicca inevitabilmente anche l’imposta municipale propria (o unica), conosciuta con l’acronimo di Imu. L’imposta dovrà essere corrisposta da chi possiede una seconda o terza casa, per i terreni agricoli, per le aree fabbricabili e per le pertinenze degli immobili i quali non sono adibiti ad abitazione principale. L’introduzione dell’Imu, tuttavia, ha contribuito ad inasprire la tassazione sulle seconde case, sostituendo il pagamento dell’Irpef e per le sue addizionali.