Canone RAI 2025: quanto prendi di pensione? Scopri se rientri in questa soglia annunciata per non pagare più l’imposta
Il Canone RAI è da sempre una delle tasse più indigeste per gli italiani. Un’imposta che, volente o nolente, si è dovuta pagare per poter accedere ai programmi della televisione pubblica. Eppure, non tutti sanno come questa tassa sia nata, perché è così odiata e, soprattutto, quali sono i casi in cui si può evitare di pagarla. Per chi è in pensione e rientra in determinate condizioni, c’è una buona notizia: è possibile essere esentati, ma procediamo con ordine.
Il Canone RAI nasce ufficialmente nel 1938 come una sorta di contributo obbligatorio per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo. Ai tempi, era un modo per sostenere economicamente l’unica emittente disponibile, garantendo l’accesso a un’informazione ritenuta essenziale per la crescita culturale del Paese. Non si trattava di una tassa propriamente detta, ma piuttosto di una licenza per l’utilizzo degli apparecchi radio e, successivamente, televisivi.
Ma come si pagava in passato? Fino agli anni ‘60, il pagamento avveniva tramite bollettini postali, spesso accompagnati da controlli a domicilio per verificare chi possedeva una radio o una televisione. Una prassi che, col passare del tempo, ha alimentato un certo malcontento, con molti cittadini che cercavano modi per eludere l’obbligo.
Con l’evoluzione tecnologica e l’arrivo di nuove emittenti private, la percezione del Canone RAI è cambiata. Da contributo per un servizio indispensabile, è diventato per molti un peso, considerato poco equo, soprattutto in un contesto di crescente concorrenza tra emittenti e di spese quotidiane che già bastano a incalzare le famiglie.
Oggi il pagamento del Canone RAI è stato semplificato almeno sulla carta. Dal 2016, infatti, l’imposta è stata integrata direttamente nella bolletta dell’energia elettrica, con una quota annuale di 90 euro suddivisa in rate mensili. Una soluzione pensata per contrastare l’evasione, considerando le tante omissioni dei bollettini postali che pur arrivando a casa venivano ignorati puntualmente da migliaia di italiani. Così oggi non è più possibile defilarsi da tale impegno, a meno che non si possegga un televisore o si rientri nelle esenzioni che prevede anche gli anziani.
La legge prevede che i cittadini che abbiano compiuto 75 anni e dichiarino un reddito complessivo familiare non superiore a 8.000 euro annui possano richiedere l’esenzione completa dal pagamento del Canone RAI. Significa che chi ha una pensione che non va oltre i 666,67 euro al mese potrà non pagare. Questa agevolazione è stata introdotta per sostenere le fasce più vulnerabili della popolazione, offrendo un piccolo ma significativo sollievo economico.
Per richiedere l’esenzione bisogna compilare un modulo specifico disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate o presso gli uffici territoriali. Una volta compilato, il modulo va inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o trasmesso digitalmente attraverso i canali indicati dall’Agenzia. È fondamentale presentare la richiesta entro le scadenze previste per evitare di vedersi addebitare automaticamente l’importo sulla bolletta elettrica. Inoltre, l’esenzione è valida solo per l’anno in corso e deve essere rinnovata ogni anno, se persistono i requisiti.
Chi non paga il Canone RAI rischia di incorrere in sanzioni amministrative. L’importo delle multe può arrivare fino a cinque volte il valore del canone annuale, ossia 450 euro. Ma come si fa oggi a non pagare il Canone RAI? Un modo ci sarebbe, ovvero non pagando le bollette tramite bollettino o addebito ma con bonifico di volta in volta. E di conseguenza inviando la cifra solo relativa al pagamento dovuto e senza Canone RAI. La società di segnalazione potrebbe segnalare il mancato pagamento del canone ma rimettendo all’Agenzia delle Entrate i passaggi successivi.
E’ chiaro che questa strategia, sebbene percorribile, non è consigliabile. Infatti non solo si rischiano sanzioni più severe ma si incorre in una complessità burocratica che può peggiorare ulteriormente la situazione. La scelta migliore resta quella di verificare attentamente la propria posizione e, se si ritiene di avere diritto all’esenzione, presentare domanda nei tempi previsti.
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