Questo 2025 promette tante sorprese per quanto riguarda l’ISEE: molte entrate potranno essere omesse nella dichiarazione.
Anno che inizia, ISEE che cambia. Come per gennaio scorso, anche questo 2025 prevede l’aggiornamento dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Come noto, questo documento è fondamentale per chi desidera ottenere sussidi e agevolazioni, ma tutto dipende dalla propria situazione reddituale.
Se alcune spese come il canone d’affitto abbassano le soglie ISEE, alcune entrate, talvolta accreditate anche dalla stessa INPS, possono far lievitare la propria condizione economica. Eppure quest’anno, il DPCM firmato dalla Premier Meloni ha escluso alcuni risparmi e trattamenti dal calcolo.
Si tratta di trattamenti erogati dall’Istituto, ma anche patrimoni personali che hanno sempre fatto lievitare la soglia ISEE. Se quest’anno si vuole ottenere più agevolazioni è bene sapere come muoversi in maniera intelligente e, soprattutto, legale. La cosa interessante è che qualora sia già stata presentata la DSU e si ha già ottenuto l’ISEE, sarà possibile correre ai ripari.
Redditi e trattamenti economici che non vanno dichiarati nell’ISEE 2025
Come già accennato, quest’anno la Premier Meloni ha dato vita ad un provvedimento nato nella Legge di Bilancio 2023, che sarebbe dovuto entrare in vigore nello scorso 2024. Tuttavia, è stato posticipato nel Bilancio 2025, dando la possibilità a moltissime persone di abbassare il proprio reddito ISEE.
Nel dettaglio, quest’anno non andranno dichiarate diverse entrate, tra cui:
- Buoni fruttiferi postali: fino a 50.000 euro, i buoni fruttiferi sono esclusi dal calcolo dell’ISEE.
- Libretti di risparmio postale: come per i buoni, i libretti di risparmio fino a 50.000 euro non influiscono più sul valore dell’ISEE.
- Pensioni di invalidità civile: nel 2025, queste prestazioni non devono essere dichiarate.
- Indennità di frequenza: anche questa prestazione destinata a chi frequenta scuole o corsi, talvolta a causa di lievi disabilità, non entra più nel calcolo.
- Trattamenti assistenziali e previdenziali per disabili: tutti i contributi legati alla disabilità, come le indennità di accompagnamento, sono esclusi dal calcolo.
- Titoli di Stato (BTP, BOT, ecc.): anch’essi fino a un valore di 50.000 euro, non vanno più dichiarati.
Si tratta di una novità importante; basti pensare ai numerosi casi: chi percepisce un’indennità di frequenza, con buone probabilità utilizza questo denaro per pagare rette, corsi, ma anche terapie. Tuttavia, è bene precisare che nonostante queste entrate non rientrino più nel calcolo ISEE, la giacenza media del conto o del libretto va comunque dichiarata.
Nel caso dei buoni fruttiferi, molte persone mettono al loro interno denaro che non utilizzano nell’immediato o comunque destinato a propri figli ecc. Nell’ultimo anno, molte persone che hanno richiesto, per esempio, un prestito finanziario, hanno depositato il denaro nei libretti postali o buoni fruttiferi con lo scopo di abbassare la propria giacenza media sul conto corrente.
Insomma, i casi sono tanti, ma questa modifica può davvero fare la differenza nel risultato finale. Ad ogni modo, chiedere consiglio al proprio CAF di fiducia è la scelta migliore per non incorrere in eventuali sbagli.