Concordato preventivo per le Partite Iva: cosa cambia nel 2025

Torna il Concordato Preventivo per le partite Iva: il Governo spinge sempre più sull’acceleratore per quel che riguarda questa nuova opzione. Vediamo tutte le novità previste per il 2025.

Quasi sul finire del 2024, milioni di Partite Iva furono spiazzate da una proposta arrivata “al tramonto” da parte del Governo Meloni: aderire ad un concordato preventivo biennale. La proposta si rivolgeva unicamente alle Partite Iva forfettarie, quelle cioè entro gli 85.000 euro lordi all’anno di fatturato.

La misura fu proposta per recuperare, in corner, circa 2,5 milioni di euro che sarebbero stati necessari per abbassare ulteriormente le tasse ai lavoratori dipendenti portando la seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva puntato moltissimo sul concordato preventivo fino a prorogare più volte il termine ultimo per aderirvi.

Purtroppo i risultati non sono stati quelli auspicati dal Ministro e il concordato preventivo, almeno per il 2024, si è rivelato un vero flop con appena il 15% delle adesioni. Ma il Governo non molla e ha deciso di riproporre la misura anche per il 2025 con alcune modifiche in modo da incentivare un numero crescente di liberi professionisti ad accettare questo accordo con il Fisco.

Concordato preventivo per il 2025: ecco cosa cambia per le Partite Iva

Il Governo Meloni non considera un flop quello del concordato preventivo: semplicemente le cose furono fatte troppo di fretta e i contribuenti non hanno forse avuto modo di capire fino in fondo la portata innovativa di questa misura che punta a trasformare il Fisco in un amico e non in un nemico da aggirare. Proprio per questo sono state introdotte importanti novità per quest’anno.

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Concordato preventivo per il 2025: ecco cosa cambia per le Partite Iva/Casertanotizie.com

Per chi non lo sapesse, partiamo con il precisare in cosa consiste il concordato preventivo. Questa opzione dà la possibilità ai liberi professionisti con partita Iva forfettaria di sapere in anticipo quante tasse pagheranno per i prossimi due anni. In pratica viene stabilita una cifra fissa basata su calcoli fatti dall’Agenzia delle Entrate i quali si baseranno, a loro volta, su studi di settore.

In parole semplici chi aderirà al concordato preventivo per i prossimi 2 anni non pagherà in base all’effettivo fatturato ma pagherà tasse in base a guadagni ipotizzati dall’Agenzia delle Entrate in base al settore in cui ciascuno di noi lavora. Chi aderirà non avrà controlli da parte del Fisco.

Che cosa cambierà quest’anno? La prima novità è che i liberi professionisti potranno decidere già a partire da aprile se aderire oppure no al concordato preventivo. Inoltre- come ha puntualizzato nelle scorse ore il viceministro dell’Economia Maurizio Leo – per rendere questa misura più “attraente” agli occhi dei liberi professionisti, il Governo sta lavorando per affinare la proposta e a migliorarla. Non sono, però, ancora stati specificati i correttivi che verranno introdotti. Non ci resta, dunque, che attendere.

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