Debiti con l’Agenzia Entrate, anche i nullatenenti rischiano serissimi provvedimenti. Pur non avendo soldi e beni, infatti, ecco cosa potrebbe loro accadere
Quando si parla di debiti con lo Stato, spesso ci si rifugia in convinzioni popolari che, a lungo andare, possono rivelarsi pericolose. Una di queste è l’idea che essere nullatenenti equivalga a non correre alcun rischio con l’Agenzia delle Entrate. Una sorta di “scudo invisibile” che ti proteggerebbe da qualsiasi conseguenza fiscale. Ma non è propriamente così, anche se molti continuano a crederlo.
Prima di addentrarci nei dettagli, fermiamoci un attimo a riflettere su cosa significa davvero essere nullatenente e su quali sono i meccanismi, spesso silenziosi, che lo Stato può attivare per recuperare i suoi crediti. L’etichetta di nullatenente infatti è spesso fraintesa. Non avere beni intestati o redditi registrati è, di fatto, una condizione di partenza che rende difficile, ma non impossibile, per i creditori (incluso lo Stato) agire concretamente.
Ma la definizione di nullatenenza non è sinonimo di libertà da obblighi o responsabilità. Anzi, proprio questa condizione può nascondere delle insidie che pochi conoscono. Per esempio, non avere un immobile o un conto corrente intestato non significa che le tue situazioni debitorie spariscano magicamente. L’Agenzia delle Entrate, così come altri enti, ha strumenti per monitorare la tua posizione fiscale e agire nel momento più opportuno. Magari non oggi, ma domani. E la sorpresa potrebbe non essere piacevole.
Cosa può farti l’Agenzia Entrate, anche se sei nullatenente
Spesso si sente dire: “Se non ho nulla, non possono prendermi nulla”. Questa frase è solo parzialmente vera. Certo, nell’immediato, chi non possiede beni o redditi visibili è meno esposto ad azioni come il pignoramento o l’ipoteca. Tuttavia, è importante sapere che i debiti non spariscono da soli. Restano registrati nei sistemi dell’Agenzia delle Entrate e possono riaffiorare quando meno te lo aspetti.
L’iscrizione a ruolo, per esempio, è una sorta di “memoria” del debito: anche se non hai nulla oggi, qualsiasi reddito futuro – che sia uno stipendio, una pensione o un’eredità – potrebbe essere aggredito. Inoltre alcuni strumenti come il monitoraggio dei conti correnti o la verifica dei movimenti finanziari permettono all’Agenzia di individuare potenziali risorse, anche se non hai un immobile intestato.
Vediamo più nel dettaglio cosa può fare l’Agenzia delle Entrate, anche nei confronti di chi si definisce nullatenente:
- Iscrizione a ruolo del debito. Il debito non viene cancellato, ma registrato. Questo significa che, se in futuro dovessi ricevere una somma di denaro – ad esempio un rimborso fiscale o una vincita – questa potrebbe essere immediatamente trattenuta per saldare il tuo debito.
- Pignoramento futuro. Se inizi a lavorare o ricevi una pensione, il tuo stipendio potrebbe essere soggetto a pignoramento. Anche se oggi non hai nulla, il tuo futuro economico potrebbe essere compromesso.
- Blocchi su eredità. Ricevere un’eredità non significa necessariamente arricchirsi: i debiti potrebbero aggredire quei beni prima che tu ne possa beneficiare.
- Controlli sui movimenti bancari. Anche senza un conto corrente a tuo nome, l’Agenzia delle Entrate ha strumenti per tracciare movimenti finanziari sospetti, soprattutto se legati a prestanomi.
Quando un debito si prescrive e si annulla?
Un altro aspetto poco conosciuto è quello della prescrizione del debito. Non tutti sanno che i termini variano in base alla natura del tributo:
- Tributi locali (IMU, TARI): 5 anni, salvo interruzioni.
- Imposte nazionali (IRPEF, IVA): fino a 10 anni.
Ogni volta che l’Agenzia emette un atto ufficiale (ad esempio una cartella esattoriale), i termini di prescrizione si interrompono e il conteggio riparte. In pratica, il debito potrebbe rimanere attivo per decenni.
Le conseguenze del sovraindebitamento col Fisco
Accumulare debiti con l’idea che non ci siano conseguenze può portare a situazioni complicate. Non solo rischi di perdere eventuali entrate future, ma potresti anche trovarti escluso da opportunità finanziarie:
- Impossibilità di ottenere un prestito o un mutuo.
- Blocchi sui conti correnti.
- Difficoltà nel gestire attività professionali.
La soluzione, più che scappare, spesso è affrontare le conseguenze. E lo si può con un ammortizzatore. Ovvero come tramite una pace fiscale che permette una riduzione della cifra iniziale, specialmente se è enorme, con tanto di rateizzazione del debito in parecchie rate per mettere in condizione il debitore. Soprattutto se nullatenente.