Le tasse sono sempre state motivo di accese discussioni nel panorama politico e sociale in cui ci troviamo. Non è una novità per nessuno quindi che anche ad inizio 2025 una delle prime novità sì proprio legata loro
Le possibilità sono sempre tantissime, ma ad oggi si sono riuscite a risolvere ben poche problematiche che affliggevano e quindi affliggono ancora oggi i contribuenti italiani, che siano questi di fascia alta o bassa, il problema è per tutti. In Italia, per come è strutturato il nostro sistema, sono veramente pochi quelli che dal proprio guadagno mensile, riescono anche a mettere da parte soldi e a risparmiare.
Il nostro sistema di tassazione non agevola questo obbiettivo. Sono anni che Il governo italiano sta lavorando a una possibile riduzione delle tasse sul reddito, chiamate IRPEF. Questa manovra specifica verrebbe attuata principalmente per agevolare il ceto medio, cioè le gli ISEE compresi tra 28.000 e 50.000 euro all’anno.
Classe nota anche come secondo scaglione di reddito. In Italia le tasse funzionano per fasce, e ogni fascia ha una percentuale diversa da pagare. Chi guadagna di più quindi ovviamente paga anche di più, e chi guadagna meno paga meno. L’idea è di abbassare la percentuale per chi rientra in questa fascia al 33%. L’obbiettivo è di permettere a questa fascia di poter tornare a risparmiare dopo gli anni passati in cui l’economia si era appiattita.
Il progetto era già stato discusso lo scorso anno, ma per mancanza di fondi è stato posticipato. Si prevede che nella prossima annualità si riescano a trovare i fondi per permettere una manovra simile. Per compensare il 33% che verrebbe tolto alla seconda fascia, si programmava di attuare il Concordato Preventivo Biennale. Questo chiederebbe a chi ha tasse in arretrato di coprire il debito con lo stato.
Purtroppo, però le adesioni sono state poche e non si è riusciti a coprire i costi della misura. Ora il presidente della Commissione Finanze alla Camera, Marco Osnato, si dichiara ottimista. Parla di un possibile attuazione della manovra, addirittura entro qualche settimana. La premier Giorgia Meloni invita invece alla prudenza. Si mantiene però speranzosa, con la fine del 2025 si dovrebbe riuscire a completare il quadro, sicuramente un orizzonte più realistico, precisando che tutto dipenderà dalla disponibilità economica.
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