Sono purtroppo bloccate le domande per chi ha richiesto l’anticipo del TFR, una grana non da poco per tanti lavoratori.
I lavoratori dipendenti hanno certamente vantaggi importanti rispetto a quelli di cui possono godere i liberi professionisti con partita IVA, basti pensare alla possibilità di essere pagati quando si è in ferie o in malattia. A questo si aggiunge la possibilità di ricevere quella che comunemente viene indicata come “liquidazione”, ovvero quella cifra che si riceve al momento delle dimissioni o al termine della propria carriera prima di andare in pensione.
Questo importo cresce a seconda del numero trascorsi al servizio di quella realtà, per questo in alcuni casi può essere una somma consistente da utilizzare come si preferisce. In caso di necessità è comunque possibile chiedere l’anticipo del TFR (“Trattamento di Fine Rapporto“, altra definizione usata), utile qualora dovessero esserci delle emergenze e non si ha il denaro necessario a disposizione, anche se non è sempre così facile ottenerlo come molti potrebbero pensare.
Vuoi l’anticipo del TFR? Non è il momento adatto
Qualora si dovesse avere la necessità è possibile chiedere l’anticipo del TFR ben prima che si concluda il rapporto con l’azienda. Questo non è però sempre consentito, è necessario che si verifichino alcune condizioni ben precise. Il rapporto lavorativo deve essere in atto da almeno otto anni, oltre a dover dimostrare per cosa si decida di utilizzare la somma, scegliendo tra tre opzioni: spese sanitarie, spese durante i periodi di fruizione di specifici congedi e acquisto della prima casa per sé o per i figli.
Esistono però altri vincoli che devono essere rispettati: deve essere pari al 70% dell’importo maturato se l’azienda è tenuta al versamento al Fondo di tesoreria INPS (aziende con oltre 50 dipendenti) o superiore al 70% se il TFR invece è accantonato interamente in azienda.
Le prospettive sembrano essere però tutt’altro che buone per chi sta pensando di sfruttare questa agevolazione, è bene che tutti lo sappiano. Questo tipo di indennizzo non è altro che un anticipo in prestito o finanziamento a tasso fisso (1% più lo 0,50% di spese di amministrazione) che può essere provvidenziale in caso di urgenze da sostenere.
Spesso, infatti, i tempi per ottenere quanto spettante al lavoratore finiscono per essere lunghissimi, creando non poco disagio nel diretto interessato. I numeri relativi a quanto sta accadendo recentemente non sono incoraggianti, almeno per i dipendenti pubblici si può infatti andare da un minimo di sei mesi a sette-otto anni. Certamente troppo, specialmente se si pensava di poter sfruttare quella cifra per fare un investimento che si era rimandato a lungo.
La situazione risulta essere problematica per i dipendenti pubblici, che non ricevono l’anticipo del TFR da un imprenditore in persona. I disagi sono diventati reali dal 25 aprile 2024, data a partire da cui non è stato più concesso di presentare alcuna domanda. In un primo momento si pensava comunque che il quadro potesse essere solo temporaneo, così da consentire che le casse si mettessero in ordine, invece, non si prospettano cambiamenti in tempi rapidi. Salvo cambiamenti, che al momento non sembrano essere all’orizzonte, difficilmente ci sarà una modifica dello status quo prima di questo anno che è da poco iniziato.
Il motivo è facile da intuire, mancano le risorse per rendere fattibile l’agevolazione, non rest quindi che attendere per capire se possano esserci cambiamenti, ma il quadro attuale non è buono.