Caserta (di Antonio Arricale). Ischia non è solo l’isola verde, l’oasi termale, l’industria turistica tra le più fiorenti, la cartolina di questa Bellitalia che tutti conosciamo e amiamo.
Ischia è anche, e soprattutto, una delle perle dell’arcipelago campano – e più in generale del territorio italico – che troppo spesso finiscono in pasto ai porci. E non per la sua fragile condizione geologica, essendo notoriamente di origine vulcanica e, dunque, ricorrentemente soggetta ai capricci tellurici, spesso catastrofici, dell’area flegrea. Bensì per la miope – quando non addirittura inesistente – pianificazione e gestione territoriale, troppo incline alla pressione antropica e, dunque, politica, e poco o nulla al rispetto e conservazione dell’ambiente.
Insomma, la drammatica frana di Ischia e le vittime causate dalla pioggia battente della notte scorsa (che continua a flagellare la Campania e il Mezzogiorno) ancora una volta non sono solo colpa della natura. Così come colpa solo della natura non è il dissesto idrogeologico riscontrabile qua e là lungo lo Stivale, e soprattutto al Sud.
La scarsa e nulla attenzione, infatti, riservata dagli amministratori degli enti locali al territorio – Comuni, Province e soprattutto Regioni (le quali ultime reclamano – ricordiamo – nuova e ulteriore capacità di spesa invece di attendere alla programmazione, come dovrebbero e la Costituzione impone) grida vendetta, indigna e solleva proteste sempre e soltanto un minuto dopo l’avvenuto disastro. Mai prima.
E il copione si ripete, con la teoria di luoghi comuni cui i politici di ogni schieramento si abbandonano sfacciatamente anche ora, in occasione di questa ennesima tragedia. E, come sempre, promettono solidarietà, sostegno, contributi. E c’è pure chi si appella ai fondi PNRR, quale formidabile occasione per invertire la rotta in tema di politica ambientale. Magari.
E però mi vien da chiedere: quanti progetti sono stati predisposti dalle amministrazioni locali, nell’ambito dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per mettere in sicurezza il territorio?
In particolare, per esempio, quale progetto PNRR il Comune di Caserta, la Provincia di Caserta e la Regione Campania hanno predisposto per arginare il progressivo smottamento che interessa la strada panoramica della pineta di Caserta Vecchia?
Oppure si aspetta prima che uno dei pezzi del Borgo medievale rovini a valle travolgendo persone e case costruite, magari abusivamente benché sanate nel tempo, lungo le pendici dell’area collinare?