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Lavoro

EX JABIL – Softlab, lavoratori ormai sfiduciati ed esasperati

Va in scena quello che forse è l’ultimo atto di una commedia che è durata anche più del dovuto legata alla ormai arcinota vicenda delle re-industrializzazioni della Jabil Circuit Italia a seguito della pluridecennale crisi aziendale, che ha visto come protagonisti il Ministero Dello Sviluppo Economico, la Regione Campania, Confindustria Caserta, le OO.SS. Territoriali e la stessa Jabil Circuit Italia, attrice protagonista di tutta la vicenda nelle vesti di Ponzio Pilato.

La storia ha inizio il 25 giugno del 2018 quando nella sede di Confindustria Caserta, con la benedizione del Ministero Dello Sviluppo Economico e della Regione Campania, veniva siglato il Verbale di Accordo tra quattro società che si erano fatte avanti (al fine di assumere personale Jabil in esubero), tra cui la Softlab S.p.a. (di seguito Softlab Tech S.p.a.) e la Jabil Circuit Italia S.r.l.

Softlab S.p.a. si presenterà subito come la più determinata delle quattro aziende e assume tra novembre e dicembre 2018 circa 50 lavoratori che volontariamente e credendo nel progetto presentato in pompa magna nella mensa aziendale, accettavano di ricollocarsi lasciandosi alle spalle non solo la multinazionale che aveva dato loro da mangiare per più di 20 anni ma anche legami personali e know how mai realmente utilizzato (neanche in parte) dalla pseudo società che li avrebbe assunti.

Precisiamo subito che tale passaggio prevedeva la corresponsione di € 80,000/dipendente, il presupposto di passare da una società (Jabil) che faceva CIG a una che lavorava e la garanzia di una nuova formazione professionale che avrebbe portato ai lavoratori anche l’acquisizione di certificazioni che avrebbero inserito gli stessi su un mercato non tanto nuovo ma sicuramente in espansione come quello dell’Information Technologies e del mondo della programmazione.

Il 2019 non è da meno e la Softlab S.p.a. nell’arco dell’intero anno assume, nella sede che nel frattempo a febbraio apre al Corso Trieste di Caserta, altri 90 unità in esubero che portano il totale del personale assunto dalla Jabil Circuit Italia a circa 145 lavoratori (di cui circa 20 che si trasferiranno su una sede che l’azienda apre anche a Napoli) per un ammontare totale corrisposto dalla Jabil Circuit Italia alla Softlab S.p.a. (Di seguito Softlab Tech S.p.a.) di circa € 10,000,000.00!!! Dieci milioni di euro!!!

Intanto nel 2019 accadevano due cose importanti, che sono nell’ordine:

  1. a maggio l’azienda ci comunicava con una Communication Mangement (Mail aziendale) che solo per pochi mesi e comunque non oltre settembre 2019 la data di erogazione degli emolumenti sarebbe slittata di 10 gg (giorni) rispetto alla scadenza naturale che era fine mese, con annesso cedolino paga, per problematiche legate ai flussi finanziari che l’azienda stava attraversando.
  2. A ottobre dello stesso anno veniva eletta la RSU aziendale che avrebbe dovuto fare da contrappeso al primo evento significativo avvenuto a maggio ma che di fatto si è rivelata totalmente inadeguata a un padrone che sa fare bene il proprio mestiere evidentemente non solo con la RSU.

Per una maggiore comprensione tiriamo subito una prima linea e ci teniamo a precisare che niente di quanto era stato promesso si era visto se non per poche, pochissime persone; dalla formazione specializzata (nessuno) ai progetti annunciati in fase di presentazione nella mensa Jabil. Niente!!!

Al contrario le poche Commesse che entravano si riferivano ad attività a bassa marginalità come l’help desk per clienti più o meno noti o attività di vero e proprio call center, tutte migrate o da altre sedi o da altre (piccole) società del gruppo per fare un po’ di ‘Muina.

Un altro gruppetto di persone veniva spostato in amministrazione a ricoprire ruoli mai ricoperti in Jabil probabilmente per controllarli meglio.

Il tutto sotto gli occhi complici e le bocche silenti di RSU e sindacati, evidentemente non ancora pienamente soddisfatti dai segnali inquietanti che arrivavano.

Ci abbiamo tenuto a tirare una prima linea perché è nel 2020 che l’azienda (?) dà il meglio di sé (Insieme alla Jabil e ai sindacati) annunciando un secondo progetto denominato Fabbrica e andando ad assumere in due tranche 105 lavoratori per prospettargli un semplice cambio di casacca per andare a ricoprire gli stessi ruoli e mansioni nella fabbrica Softlab che sarebbe dovuta nascere nell’unità produttiva affittata da Jabil denominata “Blue Sky”.

Ma neanche il tempo di annunciare l’acquisizione del Blue Sky che arriva la smentita, il tutto dopo che i 105 lavoratori erano stati “regolarmente” assunti.

In questo caso non solo le RSU e i sindacati sono stati accondiscendenti ma hanno addirittura collaborato (come nel caso delle RSU ad aiutare l’azienda a reclutare personale Jabil) o terrorizzato i lavoratori invitandoli ad accettare il progetto fabbrica per non rischiare il licenziamento in Jabil (Come nel caso dei sindacati).

Alla Softlab S.p.a. (Di seguito Softlab Tech S.p.a.) per i lavoratori che hanno aderito al progetto fabbrica sono andati ulteriori € 70,000.00 per le circa 50 assunzioni di maggio e altri € 50,000.00 per le circa 50 assunzioni di settembre che portano l’ammontare totale a oltre € 16,000,000.00!!! Sedici milioni di euro!!!

Nel frattempo il “prenditore” leccese, dopo aver “venduto” circa 250 posti di lavoro, non versa da due anni il fondo integrativo cometa come da CCNL per circa 700 lavoratori (sedi di Milano, Roma, Caserta e Maddaloni già Marcianise) e contributi INPS per una cospicua parte dei lavoratori, a macchia di leopardo sui periodi da coprire e sedi.

Stimiamo che il debito ammonti a diversi milioni di euro.

Il 2021 si apre con due cambi di denominazione sociale per due società del gruppo, annunciati a fine 2020 alle RSU e sindacati, che portano la Softlab S.p.a. a diventare Softlab Tech S.p.a. per le sedi Milano, Roma, Caserta, Napoli (poi chiusa) e Maddaloni e la Acotel S.p.a. (una delle tante acquisizioni fatte tra il 2019 e il 2020 insieme a Digi e Tech Rain) a diventare Softlab S.p.a.

Le ragioni sociali restano le stesse.

Inizia il tram tram delle cessioni di ramo aziendali (immaginarie) che hanno come unico scopo quello di trasferire commesse e clienti storici ad alta marginalità dalla “neonata” Softlab Tech S.p.a. a Digi (successivamente Softlab Digi) e Softlab S.p.a. (ex Acotel), di cui tre cessioni nel solo 2021.

L’intento è chiaro; svuotare quella che nel frattempo è diventata la Bad Company (Softlab Tech S.p.a. che ricordiamo comprende le sedi di Milano, Roma, Caserta, Maddaloni che ha una propria sede produttiva di 750 m2…) e spostare clienti e fatturato in quelle che per il nostro AD sono diventate le Good Company (Digi, successivamente Softlab Digi e Softlab S.p.a.).

Anche in questo caso RSU e sindacati troppo teneri e accondiscendenti per evitare il peggio e azioni 0!

Nella seconda parte del 2021 iniziano i primi ritardi a intermittenza e alternati per le varie sedi, un modo come un altro per non scontentare nessuno ma anche per mettere gli uni contro gli altri.

Ma inizia soprattutto la migrazione del personale specializzato e dei manager apicali verso altre aziende del settore lasciando l’azienda (?) in gravi difficoltà nella gestione dei clienti e delle funzioni.

Quest’anno la situazione si è ulteriormente incancrenita e le varie operazioni apparentemente sconclusionate stanno facendo vedere i loro effetti: ogni mese parte una sorta di via crucis senza meta con ritardi nelle erogazioni degli stipendi anche di 20 giorni (conseguenza naturale delle cessioni di ramo e del trasferimento del fatturato in altre aziende del gruppo ma anche del fuggi fuggi generale del personale) e ritardi nella pubblicazione dei cedolini alla fine del mese successivo a quello di competenza (Fatto gravissimo visto che il cedolino è l’unico documento che permette al lavoratore di consultare la propria retribuzione e i propri istituti).

Come lavoratori siamo completamente allo sbando e abbandonati a noi stessi nonché costretti a gestire non solo le problematiche di natura economica che stanno generando sia l’uso incontrollato della Cig che i ritardi nell’erogazione degli stipendi in un periodo già di per se difficile, ma anche problemi di natura familiare visto che la scelta di lasciare la Jabil per passare in Softlab, all’epoca fu presa di comune accordo con le nostre famiglie.

Tutto questo associato al silenzio dell’azienda e all’allarme lanciato dalla RSU con il comunicato di pochi giorni fa ci fa temere che siamo davvero al capolinea.

Denunciamo quanto sopra agli organi di informazione per farlo arrivare alle istituzioni territoriali preposte a vigilare su eventuali (?) illeciti e sensibilizzare la regione e il ministero affinché si trovi una soluzione concreta a una problematica gestita in maniera dilettantistica (insieme alle istituzioni regionali e ministeriali) da chi avrebbe dovuto tutelare gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori e non il contrario.

Il Comitato dei diritti civili, penali e amministrativi delle lavoratrici e dei lavoratori.

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