Caserta. Dopo le attenzioni della DDA di Napoli per Pasquale Capriglione, cosiddetto Re delle coop sociali, e, di conseguenza, con l’interdittiva antimafia del Prefetto di Caserta nei confronti di Nestore Consorzio di Cooperative Sociali di cui Capriglione è presidente, e di Filipendo dell’indagato Bortone Gennaro, che aveva sostituito la Nestore, circa 50 dipendenti (e di conseguenza 50 famiglie) della RSA della ASL di Caserta di via Collecini, sono stati messi alla porta dalla dirigenza ASL, la quale sembrerebbe, a questo punto, voler eseguire in proprio il servizio, e non più per il tramite dell’appaltatore.
Riceviamo e di seguito pubblichiamo una lettera aperta dei dipendenti della RSA indirizzata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Signor Presidente Vincenzo De Luca,
la situazione che si è venuta a creare alla RSA di via Collecini a Caserta sta assumendo i toni della farsa dopo aver assunto quelli della tragedia. Noi dipendenti vorremmo semplicemente, con questa lettera, esporLe i fatti secondo un criterio molto semplice e, crediamo, tutt’ora attuale: quello della verità.
La RSA ospita 25 pazienti residenziali e 10 pazienti diurni. Tutti i pazienti sono assistiti, da più di dieci anni, da operatori OSS, infermieri, educatori, animatori, fisioterapisti, coordinatrice, assistenti sociali, psicologa, addetti alle pulizie, cuoca, manutentori e addetta alla portineria.
Queste figure professionali assistono gli ospiti in tutti gli aspetti che riguardano la loro quotidianità: sia per le esigenze di natura fisico/terapeutica, sia per ciò che riguarda le loro fragilità emotive.
Ma passiamo alla tragedia. La cooperativa per la quale noi lavoriamo come dipendenti è stata colpita da un’interdittiva antimafia. L’ASL, pertanto, ha deciso di interrompere ogni tipo di rapporto con essa comunicando l’intenzione di riprendere la gestione diretta della RSA aggiungendo, tra l’altro, che intende farlo con “decorrenza immediata”.
Questo significa, per noi dipendenti, il licenziamento immediato, senza appello. Abbiamo provato a chiedere l’apertura di un tavolo di trattativa per cercare di imbastire una soluzione. Abbiamo ottenuto solo un muro di silenzio interrotto, di tanto in tanto, da risposte vaghe e fumose.
Veniamo alla farsa. L’ASL sta organizzando il reclutamento del proprio personale che dovrà sostituire quello attualmente in carica, cioè noi; non essendo una pratica dai tempi brevi, ha chiesto alla cooperativa di rimanere in carica fino a che non sarà reclutato tutto il personale utile alla gestione della RSA; è in atto, a quanto ci dicono, una diatriba tra l’ASL e la cooperativa per quanto riguarda il pagamento di alcuni oneri in sospeso tra le parti, quest’ulteriore beffa pone noi dipendenti nella condizione di proseguire nel nostro lavoro, per onestà e per senso del dovere nei confronti di persone fragili, con la consapevolezza di essere licenziati e con la certezza di non percepire lo stipendio.
Signor Presidente, quello che Le chiediamo è un atto di correttezza istituzionale: ci riceva, ci dia la possibilità di avere un confronto e di provare ad arrivare ad una soluzione che possa garantire a noi la dignità lavorativa e ai pazienti della RSA la continuità assistenziale di cui hanno tanto bisogno.
La salutiamo cordialmente“.
I dipendenti del RSA di Caserta.