Marcianise. La multinazionale dell’elettronica Jabil ha annunciato il ritiro della procedura di licenziamento per i 190 lavoratori dello stabilimento di Marcianise, spiegando che andrà avanti con la cassa integrazione, che potrebbe durare altri dodici mesi a partire dal primo giugno.
Una buona notizia emersa nel corso dell’incontro online alla presenza dei vertici aziendali, del Mimit, e della Regione, accolta però con riserva dai sindacati, che speravano che la Jabil indicasse anche una soluzione strutturale alla crisi di commesse che non sembra essere ancora superata, e che mette a rischio in prospettiva i lavoratori Jabil.
Per il segretario generale della Cgil di Caserta, Sonia Oliviero, e per Francesco Percuoco, segretario della sigla dei metalmeccanici casertana Fiom-Cgil, “il ritiro dei licenziamenti, che avevamo chiesto a gran voce, è una buona notizia, ma ci preoccupa ancora una volta l’assenza di una soluzione industriale capace di dare una prospettiva al sito di Marcianise“.
I sindacalisti chiedono certezze visto che la vertenza Jabil va avanti da troppi anni e l’azienda, nei vari piani industriali presentati, ha sempre confermato la volontà di ridurre drasticamente il numero di dipendenti del sito casertano, e di voler arrivare a 250 unità dalle poco più di 440 attuali; per scongiurare i licenziamenti, si è fatto continuo ricorso alla cassa integrazione, anche nel febbraio scorso, quando la CIG fu prorogata di tre mesi.
“Bisogna fare chiarezza – dicono la Oliviero e Percuoco – su cosa si sta discutendo con il Governo, se è vero, come ci viene raccontato, che i tre mesi trascorsi non sono stati sufficienti a trovare soluzioni funzionali al futuro del sito di Marcianise; è pur vero inoltre che i lavoratori sono rimasti esclusi dal confronto senza poter valutare a quale soluzione si sta lavorando“.
I sindacalisti di Fiom e Cgil ribadiscono “che eventuali soluzioni non possono essere calate sulla testa dei lavoratori. Non ci possono essere pacchi confezionati che potrebbero risultare essere delle scatole vuote in cui a rimetterci sono sempre e solo i lavoratori. Sono un esempio evidente le reindustrializzazioni presentate dalla Jabil e avallate dalla Regione Campania e dal Ministero dello Sviluppo Economico, basta pensare all’azienda Orefice, che dopo aver preso i soldi dalla multinazionale americana ha licenziato i 23 ex lavoratori di Jabil senza tenere fede agli impegni assunti nelle sedi istituzionali.
A questi lavoratori che sono in scadenza della Naspi, va immediatamente trovata una soluzione come promesso dal Ministero e dalla Regione Campania. E’ necessario una discontinuità con quanto fatto dai governi precedenti, il territorio ha bisogno di scelte di politica industriale mirate a rilanciare le attività produttive e a garantire i livelli occupazionali. Per questi motivi chiediamo di attenzionare la scelta di Jabil di aprire un nuovo sito in Croazia perchè c’è il rischio di una sovrapposizione di produzioni che penalizzerebbe il sito di Marcianise“.