Caserta. “Sono decine i casi di anomalie, difformità, violazioni di leggi e norme nei reclutamenti che in Asl e ospedali della Campania riguardano le posizioni dei nostri 18 profili professionali dell’area tecnica sanitaria e della riabilitazione e prevenzione. Casi su cui siamo giornalmente costretti ad intervenire con lettere, diffide, segnalazioni, richieste di rettifica ai manager, quando non con vere e proprie impugnazioni legali a difesa delle prerogative professionali dei profili afferenti al nostro Ordine e degli stessi cittadini che hanno diritto ad essere assistiti in maniera appropriata”.
A parlare è Franco Ascolese, presidente delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta. Proprio quest’ultimo, insieme ai presidenti dell’Ordine di Salerno e dell’Ordine delle ostetriche di quattro province ha firmato una piccata nota indirizzata al manager dell’ospedale di Caserta Gaetano Gubitosa che ha effettuato un bando per la dirigenza sanitaria con un unico ruolo anziché, come previsto dalle norme e linee guida regionali, distinti per ciascuna delle aree assistenziali non mediche (infermieristica, tecnica, della riabilitazione, prevenzione e ostetrica).
Orientarsi a un modello più aderente alle indicazioni di legge – scrivono gli Ordini – forse consentirebbe, all’azienda ospedaliera di Caserta di recuperare posizioni sulla recente pagella Agenas che su 53 aziende ospedaliere italiane valutate la inserisce tra i 12 ospedali bocciati con un bollino rosso attribuito agli indici comparativi di performance relativi alle cure rapide in pronto soccorso, ai tempi di attesa, all’appropriatezza dei ricoveri, al rapporto medici e personale sanitario per posto letto, alla modernità delle apparecchiature e ai conti.
“Una organizzazione delle aree dirigenziali e assistenziali distinte per aree è già stata attuata all’ospedale Moscati di Avellino e alla Asl Napoli 1 – ribadisce Ascolese – e anche dove sia prevista un’unica figura dirigenziale apicale, sono poi previste unità sottoposte suddivise per competenze assistenziali che migliorano la qualità organizzativa”.
Ma quella dell’ospedale di Caserta non è l’unica anomalia nei concorsi segnala ai direttori generali e alla Regione. Alla Asl di Caserta ad esempio, in un progetto per allestire una Comunità sperimentale sociosanitaria per la Salute nelle carceri si reclutano “Educatori socio pedagogici” (area educativa e della formazione), anziché “Educatori professionali”.
“I soli professionisti abilitati, con competenze sanitarie, sociosanitarie e riabilitative, sono gli Educatori professionali – scrive Marilina Ambrosino presidente della Commissione d’Albo di tale categoria in seno all’Ordine Tsrm Pstrp. L’Educatore professionale socio-pedagogico che recluta la Asl lavora invece in contesti di natura scolastica, ludico-ricreativi, del tempo libero ma non costituisce una figura professionale sanitaria e pertanto non può svolgere prestazioni e funzioni in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale riservate invece all’Educatore professionale”.
Per non parlare infine delle funzioni del tecnico sanitario di laboratorio biomedico attribuite impropriamente, in un altro concorso – secondo quanto segnala Clemente Santonastaso della commissione d’Albo dei Tecnici di Laboratorio – ai Biologi che hanno compiti direttivi e non esecutivi nei laboratori stessi. Cosi anche il bando per Biologi-nutrizionisti reclutati al posto dei Dietisti che hanno un’altra e precisa identità formativa e contrattuale non vicariabile da altre figure professionali come sottolinea ancora Manuela Maione che in seno all’Ordine guida l’albo dei dietisti.
“Confidiamo dunque – conclude Ascolese – in una fattiva collaborazione con i manager per definire una volta e per tutte un più rigoroso rispetto delle norme che regolano le professioni sanitarie e il loro reclutamento per concorsi superando e la confusione e il caos attuali”.
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