Caserta. Si sentono “truffati“, rimpallati da un’azienda all’altra e da un’istituzione all’altra, “abbandonati” dalla politica cui ricordano, per avere quell’attenzione che meritano, che “presto si dovrà votare“.
Sono i lavoratori delle aziende Softlab Tech e Orefice Group, tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil “vittime” di processi di reindustrializzazione mai decollati in un territorio difficile come il Casertano – i Softlab attualmente senza stipendio da tre mesi, i secondi senza lavoro dopo il licenziamento da parte di Orefice – che stamattina hanno tenuto un corteo per le strade di Caserta.
Hanno chiesto ancora una volta che le istituzioni e la politica, in particolare i parlamentari del territorio, intervengano per risolvere la grana stipendi e soprattutto per garantire il rispetto di accordi firmati da ministeri, Regione Campania, sindacati e aziende e Confindustria, che impegnavano Softlab e Orefice, una volta assunti i lavoratori dalla Jabil, a garantire e mantenere la produzione nel Casertano o al massimo nella vicina area industriale del Napoletano.
Softlab Tech ha assunto da Jabil quasi oltre 200 lavoratori, Orefice ne ha presi 23, ed entrambe le aziende sono state profumatamente pagate da Jabil per reimpiegare i suoi ex addetti; ma in Softlab i 200 ex Jabil sono sempre in cassa integrazione, quelli passati in Orefice sono invece stati licenziati dopo aver rifiutati di trasferirsi in Sardegna e sono tuttora disoccupati.
“Tutti gli impegni presi non sono stati mantenuti in violazione palese degli accordi istituzionali” dice Alessandro, addetto Softlab, che ricorda “bene coloro che hanno firmato gli accordi, e che dovrebbero quantomeno assumersi le responsabilità di quella firma, ciò per tanto per Softlab quanto per Orefice“.
Silvana, altra addetta ex Jabil, quasi piangendo ricorda di essere stata assunta “da Softlab nel maggio 2020, con l’illusione che non avremmo più fatto cassa integrazione come nella Jabil Ed invece da allora siamo sempre in Cig. Voglio lavorare, perché non ce lo permettono?”
Il nove ottobre prossimo ci sarà un ennesimo incontro al Mimit, in cui spera in una soluzione del problema stipendio per Softlab e qualche certezza per gli ex Orefice circa il loro passaggio, di cui si è parlato sempre al Mimit, nell’azienda Fib di Teverola (gruppo Seri Industrial).
“Ci aspettiamo che Softlab Tech – dice il segretario della sigla dei metalmeccanici Uilm di Caserta Ciro Pistone – presenti un piano industriale che realmente avvii una produzione nel Casertano, anche perché a dicembre scade la cassa integrazione“.
Francesco Percuoco, segretario di Fiom-Cgil Caserta, sottolinea che “i lavoratori ormai si sentono sempre più soli, nonostante le tante richieste di aiuti ad istituzioni e parlamentari, che non si vedono mai“.
Pino Scala, della segreteria della Fim-Cisl, ricorda “come da tre anni denunciamo la violazione di accordi firmati da istituzione e parti sociali. È squallido quanto sta avvenendo sulla pelle di lavoratori che avevano fatto una scelta coraggiosa, di lasciare una multinazionale come Jabil, per finire però in una situazione peggiore“.
Lucia Dello Iacono, della segreteria del sindacato Ugl di Caserta, spiega che “questa vertenza va vanti da troppo tempo, e ora le istituzioni devono ascoltarsi. I lavoratori stanno soffrendo troppo nell’indifferenza di tutti“.
Nei giorni scorsi i lavoratori Softlab e Orefice, per tenere alta l’attenzione sulla loro vertenza, hanno tenuto diverse manifestazioni davanti alla Regione Campania e alla Prefettura di Caserta, con un corteo anche nell’area industriale di Marcianise.