Caserta. Nella galassia degli ex lavoratori della multinazionale Jabil – ha sede a Marcianise, nel Casertano – non sono solo quelli passati in Softlab Caserta a protestare da tempo soprattutto per la mancanza di prospettive future, ma anche quelli che due anni fa fuoriuscirono da Jabil per essere ricollocati nell’azienda sarda Orefice; addetti, questi ultimi, che sono stati addirittura licenziati da Orefice, messi in disoccupazione e oggi senza alcuna forma di sostegno al reddito.
Sono 22 ex dipendenti, che il 12 ottobre scorso nel corso di un incontro convocato alla Regione Campania, in particolare dall’assessore Antonio Marchiello e dal presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero, ricevettero la promessa di essere assunti dall’imprenditore casertano Vittorio Civitillo – presente all’incontro – proprietario del gruppo Seri, che a Carinaro, nello stabilimento che una volta era della Whirlpool, produce tramite la società Fib batterie al litio per la mobilità ecosostenibile.
L’assunzione dei 23 ex Jabil e Orefice da parte di Civitillo non avvenne quel 12 ottobre, nonostante la Regione avesse concesso anche i corsi di formazione. Nel frattempo è scaduta la disoccupazione e i lavoratori sono rimasti senza alcun sostegno, tanto da chiedere un nuovo incontro in Regione; durante il nuovo summit, tenutosi il 7 dicembre scorso, Civitillo ha ribadito la volontà ad assumere i 23 con inquadramento D1.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, “l’azienda ha proceduto unilateralmente ad inviare un’email con una proposta di assunzione del tutto diversa da quanto discusso e convenuto tra le parti nella riunione del 7 dicembre. Inoltre la proposta sarebbe arrivata solo ad un gruppo di lavoratori e non a tutti creando grandi perplessità circa la serietà di un accordo omnicomprensivo e duraturo“.
In una nota congiunta, le segreterie casertane dei sindacati confederali e dei metalmeccanici Cgil e Fiom-Cgil, Cisl e Fim-Cisl, Uil e Uilm, parlano di “continui cambi di disponibilità e volontà dei vertici aziendali della FIB” e di “silenzio assordante (degli ultimi giorni) della Regione Campania che, dopo l’impegno iniziale per la possibile tutela dei lavoratori licenziati da Orefice, non è ancora intervenuta in maniera incisiva e determinante per la ricerca di una conclusione positiva. Va restituita la dignità e giustizia a queste lavoratrici e lavoratori, vittime dell’azienda Orefice Generators che, dopo aver preso gli incentivi dalla Jabil Circuit Italia di Marcianise per la ricollocazione, li ha licenziati senza mantenere gli impegni assunti nelle sedi istituzionali nazionali e territoriali. Chiediamo alla Regione Campania di esercitare, senza tentennamenti, il proprio ruolo di tutela istituzionale e sociale“.