Caserta. “Il continuo andirivieni dal Mimit, che va avanti da alcuni anni, non produce uno straccio di soluzione per i circa 200 dipendenti ex Jabil confluiti in Softlab. Pertanto le lavoratrici e i lavoratori insieme a Fim, Fiom, Uilm, Uglm e Failms di Caserta decidono di intraprendere una serie di iniziative per denunciare la drammatica situazione in cui versano”.
Così in una nota firmata dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Uglm e Failms che annunciano per il prossimo venerdì un presidio davanti alla sede della Regione Campania a Napoli, in via Santa Lucia. Nell’occasione le lavoratrici e i lavoratori consegneranno al presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca una lettera in cui chiedono un suo intervento diretto nella vertenza “che è frutto di un progetto di reindustrializzazione fantasma“.
“Ricordiamo tutti – si legge nella lettera – come un sogno lontanissimo quando il 14 febbraio 2019 si è inaugurata la sede di Caserta, in pompa magna, con la sua Onorevole presenza e quella dell’allora assessora al lavoro Palmeri. Le nostre speranze di ricominciare una nuova vita in un’azienda sana si sono spente nel giro di pochi mesi, quando abbiamo visto increduli i progetti non decollare, e l’immediato ricorso alla Cassa Integrazione per Covid già da marzo 2020, quando tutte le aziende del settore TLC prosperavano“.
A cinque anni dalla allora la sede di Softlab, che nel frattempo da Caserta si è spostata a Maddaloni, “non è per niente operativa” e gli ultimi 6 mesi di cassa integrazione stanno trascorrendo senza nessuna prospettiva industriale che possa far sperare ad un concreto futuro occupazionale.
Nella settimana del 4 marzo si effettuerà un presidio in prefettura di Caserta per sensibilizzare tutta la cittadinanza, le istituzioni e i parlamentari eletti sul territorio e “per chiedere il loro sostegno alla lotta delle lavoratrici e lavoratori per la salvaguardia dei posti di lavoro su un territorio – ancora la nota della segreterie provinciali – che continua a perdere capacità produttiva ed industriale“.
“E’ inaccettabile che nell’indifferenza generale – conclude la nota stampa – le lavoratrici e i lavoratori vivono un dramma occupazionale che mette in difficoltà e in angoscia il loro futuro e quello delle proprie famiglie, ci sono accordi stipulati nelle sedi istituzionali che garantivano altro, e quegli accordi devono essere rispettati, si trovi il modo per restituire la dignità del lavoro a chi si è fidato delle istituzioni e invece è stato truffato da un pseudo imprenditore“.