Softlab, i lavoratori in coro ai parlamentari casertani: reindustrializzazione fantasma

Caserta. “A soli tre anni dalle ultime assunzioni da Jabil, si sono spente le luci sulla sede Softlab di Caserta, che ha chiuso i battenti a settembre dello scorso anno, nell’indifferenza di tutti. Resta il baluardo fittizio di Maddaloni, dove non mette piede più nessuno da novembre. È una reindustrializzazione fantasma”.

Lo scrivono in una lettera inviata ai parlamentari della provincia di Caserta, i circa 200 lavoratori della sede casertana della società di informatica Softlab, tutti ex dipendenti della multinazionale Usa Jabil, con stabilimento a Marcianise, che negli anni scorsi sono confluiti in Softlab a causa della crisi produttiva lamentata da Jabil.

La multinazionale statunitense, per incentivare la ricollocazione in Softlab, ha pagato decina di migliaia di euro tanto ai lavoratori che alla stessa Softlab, con l’impegno di quest’ultima, preso davanti a Governo e Regione Campania, di mantenere la produzione nel Casertano o nella vicina area industriale di Caivano (Napoli). Ma la reindustrializzazione, come spiegato nella lettera dai lavoratori e come più volte denunciato in cortei, presidi, scioperi e manifestazioni tenute tra Caserta e Napoli, non è mai avvenuta; anzi i lavoratori facevano la cassa integrazione in Jabil e l’hanno continuata a fare in Softlab, senza essere impegnati in alcuna attività di produzione.

E ora temono concretamente per il loro futuro. I lavoratori invitano i parlamentari a partecipare alla manifestazione che si terrà a Caserta venerdì 15 marzo, e ricordano che “solo nel mese di marzo 2023, la Softlab Tech aveva ricevuto 12 milioni di euro da Invitalia, che si aggiungono ai 18 milioni presi da Jabil, tutto ciò senza investire assolutamente nulla in Campania“.

Il segretario Ugl di Caserta, Antonio Maturo, dice che “è chiaro che a questo punto della vertenza, dove tutti i tentativi di mediazione sono falliti e sulle spalle dei lavoratori vi sono ricadute di ogni genere, vanno coinvolte le forze politiche, per salvaguardare il dato occupazionale, già in grave perdita nella provincia”.

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