Orta di Atella. Dieci consiglieri comunali hanno presentato le dimissioni, mettendo fine all’esperienza amministrativa di Vincenzo Gaudino, eletto sindaco della città nel novembre dello scorso anno. Gaudino guidava una maggioranza di area centrosinistra. Sul caso è intervenuto anche Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale della Campania.
“Aver privato la città di una persona perbene, un avvocato e un professionista accorto oltre che un amministratore responsabile, significa – sostiene Oliviero – aver negato, con ingratitudine, alla comunità la possibilità di crescere, evolversi ed emanciparsi rispetto a un passato a cui tutti dicevano di aver rinunciato”.
Ai consiglieri dimissionari Oliviero dice: “Avete sbagliato tutto. La gente sa e ha capito la struttura di una lunga liturgia che aveva già fatto più volte suonare la campanella dell’ultimo giro. Un percorso accidentato fin dal primo giorno, volutamente così per far crescere i fuochi e la misura della graticola. Qui di politico non c’è nulla, dopo solo un anno – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – non si possono enucleare ritardi amministrativi o difficoltà che non costituiscano maldestri tentativi di guardare al mondo dal proprio uscio o peggio ancora dal recinto dei propri interessi egoistici e poco evoluti. Peccato per gli sforzi compiuti, per aver tentato di tenere in piedi fin dal primo giorno una macchina amministrativa che si voleva a tutti i costi spenta. Neanche la luna di miele di una vittoria conquistata sulle ali di un entusiasmo e di una voglia di riscattare la propria comunità, dopo anni di umilianti commissariamenti, è bastata. Un percorso amministrativo avviato e supportato che non ha visto la luce del Natale e questo torto oggi si abbatte sulle famiglie, sui figli e sulle opportunità del futuro di tutti gli ortesi”.
Oliviero conclude, ringraziando “il sindaco, gli assessori e i consiglieri che, malgrado tutto, ci hanno creduto fino alla fine. Un abbraccio incondizionato va alla comunità dei cittadini ortesi. Tornerà la primavera e le elezioni: sarà quello il momento in cui ciascuno sarà chiamato a guardare i candidati dall’alto delle proprie storie e della voglia di sacrificarsi per la comunità piuttosto che alimentare dinamiche fredde ciniche e poche umane. La politica resta una grande avventura umana e chi si esclude da queste considerazioni è oltremodo ingrato con la propria gente e la propria comunità”.