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Politica

Sindaco sfiduciato, Gaudino: “C’è chi ha fatto prevalere il bene personale a quello della città”

Orta di Atella. Dieci consiglieri comunali, tra i quali 4 della sua stessa maggioranza e 6 della opposizione, hanno presentato le dimissioni, mettendo fine all’esperienza da sindaco di Vincenzo Gaudino, eletto nel novembre dello scorso anno. Gaudino guidava una maggioranza di area di centrosinistra. Giuseppe Guetta, prefetto in pensione, è il nuovo commissario, nominato dal Prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, per guidare il Comune di Orta di Atella alle prossime elezioni.

“Da alcuni giorni, si è interrotta questa esperienza di governo cittadino. Sono stato sfiduciato da quattro consiglieri comunali che, con me, avevano sottoscritto il patto elettorale per le elezioni del 7 novembre 2021.” – ha detto l’ex sindaco Vincenzo Gaudino. “Stavamo realizzando, puntualmente, il programma che avevamo presentato agli elettori e, seppure con le difficolta dovute alla cronica carenza di personale ed alla mancanza di risorse finanziarie, abbiamo fatto un lavoro enorme (progetti di rifacimento di strade, piazze, parchi e strutture sportive, molti dei quali già in corso e cantierati). Per averne contezza è sufficiente leggere gli atti pubblicati nell’albo pretorio. Stavamo facendo esattamente quello che ci chiedevano gli elettori e quello che serviva alla Città.”

Pur tuttavia, due esponenti del gruppo “Democratici & Riformisti” e due del gruppo “Orta in Movimento”, uno dei quali Presidente del Consiglio Comunale, insieme a sei consiglieri di opposizione, hanno deciso di porre fine all’esperienza amministrativa, determinando, sciaguratamente per questo Paese, l’ennesimo scioglimento del Consiglio Comunale. Tutto ciò, con le stesse dinamiche del passato e con la medesima logica sottesa, legata alla tutela di posizioni individuali, che nulla hanno a che vedere con il bene della collettività.

Sono andato avanti, dal primo giorno, percorrendo quella strada della discontinuità che noi tutti avevamo promesso in campagna elettorale. Una discontinuità che si è tradotta, sempre nella tutela degli interessi pubblici. Quelli a carattere generale. Non eravamo stati eletti per risolvere i problemi esistenziali dei singoli, né per garantire posizioni di potere personale.

Mi sono concentrato solo sui problemi della Città e questo, evidentemente, è sembrato poco agli occhi di qualcuno. Negli uffici ho trovato una quindicina di dipendenti, dopo i tanti pensionamenti, rispetto a circa un centinaio del passato, ma abbiamo subito ottenuto la straordinaria autorizzazione dal Ministero dell’Interno per assumere 9 nuove figure professionali, tra funzionari e responsabili, che doveva e deve avvenire, per legge, velocemente, entro il 31 dicembre di quest’anno, sotto pena della perdita di quello stesso diritto all’assunzione. È tutto documentato dai provvedimenti amministrativi. Sempre, nel rispetto delle severe limitazioni imposte del piano ventennale di riequilibrio finanziario.

Che ci siano state divergenze con il gruppo dei Democratici & Riformisti è noto a tutti, così come non è un mistero, però, che queste rivendicazioni politiche siano state usate a mò di paravento da qualcuno per delle ragioni che non avevano “nulla” di politico. Abbiamo affrontato i nodi dell’agibilità democratica in una Città dal recente passato pesante e quello della collegialità delle decisioni, ma questi punti, che sicuramente hanno rappresentato un momento di leale discussione politica interna alla maggioranza, per qualcuno, invece, rappresentavano meri pretesti, finalizzati alla vana ricerca di credibilità. E’ stato un logoramento continuo.

La parte dei Democratici e Riformisti che ha firmato le dimissioni, insieme a quella minoranza, che in Consiglio Comunale appellava in ogni modo e che riteneva proprio responsabile di quella mancanza di agibilità democratica, non ha ritenuto di dover inserire nelle motivazioni delle dimissioni quei cavalli di battaglia che continuamente riproponeva dimostrando, nei fatti, che questo campo largo che si prospetta e ha fatto di tutto per mandare a casa questa Amministrazione, non è tenuto insieme da principi generali e da interessi politici, ma solo da mero opportunismo.
In virtù di queste finte criticità una parte del gruppo consiliare del Partito Democratico cittadino, il mio partito, ha fatto la scelta di congedarsi con disonore, disonorando questa Città, gli elettori e le Istituzioni stesse.

Hanno scelto la soluzione delle dimissioni di massa. Una scelta, seppur legittima, per niente, politica, perché si è sfuggiti al confronto in Consiglio Comunale, dove sarebbe parso evidente che gli asseriti motivi di disgregazione della maggioranza, costantemente ripetuti nei documenti di contestazione, erano stati, nei fatti, superati e sarebbero apparsi nudi di fronte alle responsabilità individuali.

Avete così lasciato il Paese senza guida, proprio, nel momento in cui stavano cambiando le dinamiche. Proprio, quando si cominciavano a vedere i risultati di un faticoso e complesso lavoro preparatorio. Proprio, quando Orta di Atella ne aveva più bisogno.

Ho sentito dire di tutto in questi mesi, ma sostenere che era necessario tornarsene a casa, prima dell’inizio dei lavori del “Piano Strade” e della ristrutturazione del “Parco Giochi” cittadino, prima del rifacimento delle Piazze e degli altri spazi di aggregazione, soltanto, per privare il Sindaco e l’Amministrazione del merito e della visibilità, che non hanno mai voluto prendersi, dà conto di certa statura morale. Si doveva soltanto tornare alle elezioni.

La libertà di questa amministrazione aveva un costo, ma non era in vendita. Colgo l’occasione per augurare un buon lavoro al Prefetto dott. Giuseppe Guetta. Ringrazio questa Città per l’opportunità che mi ha dato. Ringrazio le persone che mi sono state vicino. I Consiglieri Comunali che, fino all’ultimo giorno, mi hanno sostenuto, gli Assessori che, con me, hanno condiviso il percorso, quella parte maggioritaria del Partito Democratico, che ha voluto onorare coerentemente il mandato affidatoci dagli elettori e il Collettivo Città Visibile, sempre leale e responsabile, quando si è trattato di rispettare la parola data in campagna elettorale, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Ad Orta in Movimento non dico nulla. Sarebbe inutile. Ho sempre pensato che sono le esperienze difficili a renderci persone migliori. – conclude Gaudino.

Sull’accaduto è intervenuto anche Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio Regionale della Campania e sostenitore di Gaudino che ha dichiarato riferendosi ai consiglieri dimissionari – “Avete sbagliato tutto. La gente sa e ha capito la struttura di una lunga liturgia che aveva già fatto più volte suonare la campanella dell’ultimo giro. Un percorso accidentato fin dal primo giorno, volutamente così per far crescere i fuochi e la misura della graticola. Qui di politico non c’è nulla, dopo solo un anno non si possono enucleare ritardi amministrativi o difficoltà che non costituiscano maldestri tentativi di guardare al mondo dal proprio uscio o peggio ancora dal recinto dei propri interessi egoistici e poco evoluti”.

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