AMBC, Comuni e PNRR: un’occasione persa?

Mondragone. A livello nazionale sono ancora molte le informazioni non disponibili sul PNRR, al punto da costringere alcune associazioni a presentare una seconda richiesta di accesso agli atti. Una situazione che è addirittura peggiorata con il cambio di esecutivo. L’AMBC, come si ricorderà, non aveva condiviso l’impostazione data dal Governo al PNRR, aderendo alle proposte alternative elaborate a suo tempo dalla Società della Cura: https://www.81034.it/il-recovery-plan-secondo-mondragone-bene-comune/.

Tuttavia, l’AMBC, oltre ad aderire da subito all’Osservatorio Civico PNRR di Actionaid, CittadinanzAttiva, Legambiente e Slow Food Italia https://www.osservatoriocivicopnrr.it/ e a partecipare attivamente ai suoi lavori, cercò anche di non far mancare a livello locale segnalazioni e osservazioni e anche qualche proposta: https://giornalenews.it/archives/112303; https://www.pupia.tv/2021/11/caserta-provincia/mondragone-ambc-comune-aderisca-a-rete-recovery-sud/512087; https://www.casertakeste.it/ambc-urge-una-nuova-amministrazione-comunale-per-la-gestione-dei-fondi-del-pnrr/; https://www.pupia.tv/2022/02/caserta-provincia/mondragone-ambc-il-dramma-dellabbandono-scolastico-e-formativo/520062 (solo per segnalare alcuni tra i tanti interventi fatti).

Ma se a livello nazionale si registrano sul PNRR ancora alcune spesse zone d’ombra, nel nostro territorio, nei nostri Enti locali, siamo purtroppo al buio più totale. Di ciò che stanno facendo o non facendo le nostre Amministrazioni non si sa praticamente nulla. E nessuna iniziativa politica sembra attivarsi per squarciare il velo che avvolge il PNRR nei nostri Comuni (non registriamo in giro neppure uno straccio di interrogazione/interpellanza). Tutto ciò non può che preoccupare, anche in considerazione degli allarmi certificati sulla impossibilità della stragrande maggioranza dei Comuni di intervenire con efficienza ed efficacia in ordine al PNRR, soprattutto a causa del deserto organizzativo che si è determinato negli ultimi anni.

C’è il rischio concreto di bucare tanti bandi solo perché non circolano adeguatamente e, soprattutto, tempestivamente le informazioni. Di bucarli non solo come amministrazioni locali ma anche come imprese, come cittadini. Informazioni che devono essere necessariamente continuative e complete e che per questo non possono che chiamare in causa l’organizzazione dei nostri Comuni. Qualcuno, per fare un solo esempio, si sta occupando nelle nostre amministrazioni territoriali di diffondere il bando PNRR che finanzia progetti di turismo delle radici presentati dai giovani? Fino al 22 marzo i giovani (ma non solo) che hanno un progetto di valorizzazione del loro territorio tramite il cosiddetto “turismo delle radici” possono partecipare ad un nuovo bando PNRR che eroga contributi a fondo perduto fino a 200mila euro (di turismo delle radici torneremo ad occuparci, anche come nostro contributo alla pregevole iniziativa di confronto del prossimo 25 febbraio organizzata nella città di Mondragone dal Movimento Mondragone Attiva).

Ma ci sono (o ci sono stati) bandi PNRR per l’Agricoltura 4.0 (in Campania per l’Agricoltura ci saranno anche 1,2 miliardi per il PSR 2023-27), per la scuola, per la digitalizzazione, per l’idrogeno, per la cultura, per il welfare e così via. Qualcuno nei nostri Enti locali presidia formalmente o ha presidiato le occasioni che si vanno via via definendo e che interessano direttamente o indirettamente le amministrazioni pubbliche? E sarà possibile, prima o poi, conoscere a quanti bandi i nostri Enti hanno aderito e quanti invece sono quelli che non hanno visto la loro partecipazione? Conoscendo possibilmente anche i motivi della mancata partecipazione. L’ANAC dopo la vicenda ASMEL (che interessa anche alcuni nostri Comuni) è tornata ad allertare i Comuni non capoluogo sulla necessità di rivolgersi esclusivamente a centrali di committenza e soggetti aggregatori qualificati per bandire le gare legate alla realizzazione degli investimenti PNRR, sia nel campo dei lavori che dei servizi e delle forniture. Qualcuno sta istituzionalmente monitorando tutto ciò?

Avevamo proposto in tempi non sospetti di dar vita nei nostri Enti locali ad UFFICI PNRR, coinvolgendo l’associazionismo (a partire dalle associazioni dei professionisti) e il Terzo settore, in grado di informare, di raccordare e monitorare, di raccogliere idee e proposte e anche di controllare. Ma, per la verità, avevamo nel corso degli ultimi anni proposto a più riprese anche il Progetto per un’Amministrazione Condivisa, sul modello elaborato da LABSUS e ormai in vigore in centinaia di comuni in Italia, proprio perché siamo sempre più convinti che da soli, senza l’apporto legalmente organizzato dei cittadini, i nostri Comuni non potranno farcela e proprio perché temiamo sempre più lo scivolamento verso i privati della funzione pubblica dei nostri Enti locali. Scivolamento che cerchiamo di contrastare, per esempio, con la straordinaria Campagna “Riprendiamoci il Comune” www.riprendiamociilcomune.it, alla quale ancora una volta vi chiediamo di aderire.

Forse per il PNRR nelle nostre realtà non è ancora tutto perduto, ma il tempo a nostra disposizione per invertire la rotta è poco. Gli “eletti” nelle istituzioni locali, provinciali e regionali, se ci sono, devono battere finalmente un colpo, sia per squarciare il velo che avvolge l’attività (o l’inerzia) dei nostri Comuni sia per supportarli.

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