Maddaloni. La rete italiana Città Attive è nata nel 2012 per promuovere politiche che associno le esigenze e le aspettative sociali con le scelte urbanistiche riguardanti soprattutto la mobilità sostenibile e la condivisione degli spazi pubblici, mettendo così tutte le persone nelle condizioni di fruire in maniera attiva degli spazi urbani.
Il presupposto è che modificando la percezione dei cittadini rispetto agli spazi urbani che vivono quotidianamente si potrebbe innescare un cambiamento negli stili di vita più orientato verso pratiche sane e sostenibili, specialmente a tutela della popolazione definita più “fragile”, come ad esempio gli anziani.
Una città può essere definita “attiva” se mette in campo politiche e azioni mirate al potenziamento delle opportunità che consentano a tutti i cittadini di mantenersi fisicamente attivi nella vita quotidiana. Secondo la guida “Una città in salute è una città attiva” (Edwards e Tsouros, 2008), le città che investono in politiche e programmi di promozione dell’attività fisica – compresa la mobilità attiva – oltre a trarne enormi benefici in termini di ricadute sulla salute dei propri cittadini, possono raggiungere:
È dimostrato che la salute dipende molto dalle scelte che ogni individuo compie; per vincere l’inerzia e la passività, è necessario che le scelte più sane e attive coincidano anche con quelle più semplici e accessibili (ad esempio, per far sì che gli anziani possano compiere le proprie commissioni quotidiane a piedi e in maniera autonoma, sviluppando anche le piccole attività commerciali della sua zona, è necessario che il quartiere sia dotato di marciapiedi adeguati e di attraversamenti pedonali sicuri oltre che di una buona illuminazione ).
Le domande fondamentali mirate ad assicurare un’equa e diffusa accessibilità agli spazi della città sono:
La corretta progettazione degli spazi della città influisce moltissimo sui comportamenti umani: i luoghi in cui viviamo, lavoriamo, giochiamo hanno quindi importanti ricadute sulla nostra salute, sia fisica che mentale, a seconda che presentino più opportunità che ostacoli alla promozione di stili di vita attivi.
Numerosi studi hanno dimostrato come i comparti urbani pianificati e progettati al fine di favorire l’attività motoria delle persone incoraggino a vivere vite più sane e attive.
La sfida diventa allora quella di trasformare la scelta più sana anche in quella più semplice e conveniente per tutta la comunità.
Il valore aggiunto offerto dal modello della Città Attiva sta nelle ricadute positive che questa può avere sui gruppi sociali più a rischio o sfavoriti, come ad esempio gli anziani, le persone con disabilità, le minoranze etniche o le famiglie meno abbienti, le persone portatrici di handicap e così via, nella convinzione che “una città a misura di anziano sia una città a misura di tutti”.
Considerato che il problema dell’invecchiamento attivo mantenendoci in salute è un processo che ci accompagna per l’intera durata della nostra vita, le città amiche degli anziani sono città adeguate per tutte le utenze. Quindi progettare pensando ai problemi degli anziani o dei disabili significa progettare anche per noi stessi!
Edifici e strade liberi da ostacoli ottimizzano la mobilità e l’indipendenza di persone con disabilità, siano esse giovani o meno; quartieri sicuri permettono ai bambini di giocare liberamente, così come alle donne e agli anziani di sentirsi protetti e a proprio agio potendo partecipare ad attività sociali, ricreative, o sportive.
L’intera comunità può trarre beneficio anche dalla partecipazione attiva degli anziani ad attività lavorative, siano queste di volontariato o retribuite e le economie locali (specialmente a livello di quartiere) traggono beneficio dall’autonomia degli anziani nel compiere gli acquisti quotidiani nelle attività commerciali del quartiere o nella possibilità di accedere facilmente al centro storico o ai Centri Commerciali. L’inclusione e l’implementazione di accorgimenti progettuali finalizzati ad una miglior fruibilità degli spazi ed una più piacevole e semplice esperienza della città da parte degli anziani, può migliorare grandemente la qualità della vita urbana facilitando la pratica di attività motoria e, allo stesso tempo, contrastando fenomeni di esclusione e segregazione sociale.
Per aiutare l’anziano, ma non solo, a sentirsi più a suo agio nella città, sia di giorno che di sera, è importante:
Il sistema dei trasporti urbani, inclusa la sua accessibilità fisica ed economica, è indubbiamente un fattore-chiave nella predisposizione di città age-friendly.
Essere in grado di muoversi per il quartiere o per l’intera area urbana è condizione fondamentale per lo svolgimento in autonomia delle azioni quotidiane ed influisce grandemente sulla socialità e sulla partecipazione alla vita civile dell’anziano.
Raggiunta un’età in cui non si può più condurre un mezzo proprio come un’automobile o un motorino, l’utilizzo dei mezzi pubblici -in alternativa all’uso della bicicletta – rimane l’unica possibilità di spostamento. Il costo dei trasporti rappresenta uno dei principali fattori d’impatto sull’utilizzo dei mezzi da parte dei più anziani, insieme con la frequenza, l’affidabilità e l’adeguatezza dei mezzi e del servizio.
L’isolamento fisico, l’inaccessibilità ai luoghi della socialità o il difficoltoso spostamento all’interno della trama urbana sono difetti nella struttura stessa della città che si ripercuotono specialmente sulle generazioni più anziane e sui disabili, portando a malattie che l’esposizione cronica a solitudine e stress può aggravare in maniera tragica.
Creare le condizioni per facilitare decisioni di vita più sane e attive non dovrebbe essere percepito come uno sforzo (sia economico che di progettazione) ma come una opportunità per progettare o ripensare spazi per una molteplicità di età e abilità. In quest’ottica, la predisposizione di luoghi urbani accessibili, facili, divertenti e inclusivi può aiutare a cambiare la percezione degli spazi della città e, di conseguenza, portare a modificazioni nelle abitudini quotidiane delle persone.
Creare città più giuste e sostenibili può generare benefici sia in termini di salute dei cittadini che sulle dinamiche economiche dei vari territori cittadini interessati. Un ambiente attivo e sano è anche e soprattutto un ambiente in cui tutte le persone, indipendentemente dalla loro età e dalle loro condizioni fisiche e mentali, possono aspirare al raggiungimento di una migliore qualità della vita.
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