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Politica

Caserta Decide: Bellisario, Morvillo e Fonte, tre nuove intitolazioni ricche di significato

Caserta. La Giunta Comunale di Caserta ha approvato la delibera di intitolazione di tre rotonde a Marisa Bellisario, Francesca Morvillo e Renata Fonte, tre donne straordinarie, modello di impegno, dedizione al lavoro e alla propria terra.

Grazie alla sinergia tra Caserta Decide con Toponomastica Femminile e la sua referente territoriale Fosca Pizzaroni si è avviato un percorso con l’obiettivo di aumentare il numero di spazi dedicati alle donne nella nostra città.

“Dal censimento effettuato da Toponomastica Femminile, anche Caserta ha un ridottissimo numero di strade e spazi dedicati a donne, rientrando nella media nazionale che non supera il 4% di intitolazioni. Abbiamo scelto di lavorare affinché questo numero aumenti, per l’importanza che riveste la rappresentazione oltre che la rappresentanza” dichiara Sara Femiano coordinatrice di Caserta Decide.

“Siamo molto felici della collaborazione che si è instaurata con Toponomastica Femminile che ad ottobre terrà il suo congresso nazionale proprio a Caserta e per l’attenzione e l’impegno con cui l’Assessor Credentino ha lavorato per raggiungere questo primo obiettivo”.

Marisa Bellisario amministratrice delegata dell’Italtel, ha aperto la strada a una nuova generazione di donne manager. Francesca Morvillo è invece l’unica magistrata ad essere stata uccisa in un attentato mafioso, a Capaci nel maggio del 1992. Nei 17 anni trascorsi alla Procura dei minori affronta casi delicati, ricchi di implicazioni sociali e psicologiche con l’occhio attento al reinserimento dei giovani.

Renata Fonte la prima donna assessore di Nardò, prima al comando dell’assessorato alle finanze e in seguito a quello alla pubblica istruzione, cultura, sport e spettacolo, uccisa nel 1984, vicino alla sua abitazione, mentre rientrava a casa dopo una seduta del consiglio comunale; aveva 33 anni. Fu il primo omicidio di mafia nel Salento. Fu uccisa per aver difeso Porto Selvaggio dalla speculazione edilizia come confermato dalla sentenza della Corte d’assise di Lecce (e poi da quella di Appello e successivamente di Cassazione).

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