Caserta. Punta l’indice contro il debito e gli interessi che la Campania deve pagare ogni anno il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, accusando gli ex governatori, “quei farabutti che hanno disamministrato la Regione lasciando un fardello enorme sulle spalle dei nostri figli“.
“Quando ci siamo insediati nel 2015 abbiamo ereditato debiti per una somma spaventosa. Avevamo 9 miliardi di euro di debiti accumulati tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Paghiamo per quei debiti ogni anno 470 milioni di euro dal bilancio regionale, bruciati così. I miei colleghi di altre Regioni non devono governare con questa tragedia da affrontare“.
Quasi la metà della somma – legata agli interessi e al capitale da rimborsare – è legata al debito sanitario, 200 milioni, “che pagheremo fino al 2035. Lo ricordo perché abbiate chiaro quanto sia pesante il lavoro che dobbiamo fare e che i risultati ottenuti, in queste condizioni, sono un miracolo. Così come è stato un miracolo aver salvato la Campania dal covid, in queste condizioni, avendo il numero più basso di vittime in Italia in rapporto alla popolazione” – conclude il governatore della Campania.
Interviene l’on. Marco Cerreto, capogruppo in Commissione agricoltura per Fratelli d’Italia che dichiara quanto segue.
“De Luca dimentica – o finge di farlo – che il costo annuale del debito pubblico della Regione Campania – rispetto al quale nulla ha fatto – è stato di circa 200 mln di euro l’anno. Nel 2021, gli oneri finanziari, come desunti dal Rendiconto della Gestione, ammontavano a circa 183 mln di euro, corrispondenti allo 0,51% delle spese totali del 2021.
È pacifica la circostanza che, essendosi impennati i tassi d’interesse, gli oneri finanziari del 2022, stando a quanto dice De Luca, sarebbero più che raddoppiati. Ma tutto ciò era prevedibile. Pertanto, se De Luca avesse prestato la dovuta attenzione all’andamento finanziario, avrebbe ben potuto calmierare l’impatto dell’impennata degli interessi operando una ristrutturazione del debito. Cosa che hanno fatto i suoi colleghi.
Ci è arrivato – come al solito – tardi, prevedendo la ristrutturazione nella legge di stabilità regionale 2023. L’art. 51 di tale legge prevede, appunto, la possibilità di “ristrutturare” il debito al fine di contenere l’impatto degli interessi e finanche quella di formulare al Misa e Mef ipotesi di nuovi piani di rientro per il perseguimento dell’equilibrio economico regionale“.
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