Salario minimo in appalti pubblici, il Sindaco esce dal Consiglio e fa mancare numero legale

Caserta. È polemica dopo che il Consiglio comunale non ha approvato la mozione presentata dal consigliere Raffaele Giovine, del Movimento Caserta Decide, per la dignità retributiva negli appalti comunali. La mozione, proposta dalla rete nazionale “UP – Su la testa!”, è stata condivisa da ampi pezzi della maggioranza – tra cui il Partito Democratico e Italia Viva – e avrebbe impegnato il Comune a istituire un salario minimo di 10 euro lordi l’ora negli appalti pubblici.

“Ma la discussione della mozione, così importante per risolvere uno dei più grandi problemi del nostro Paese – ha spiegato Giovine – ovvero la persistenza di salari da fame anche negli appalti pubblici, ha visto un inaccettabile comportamento del Sindaco Carlo Marino, che è uscito dall’aula e ha invitato la maggioranza a fare lo stesso. Rimasti in aula per la maggioranza esclusivamente i rappresentanti del PD e di Italia Viva, è venuto a mancare il numero legale che non ha permesso all’Aula di approvare la mozione”.

Per Giovine “lavorare sotto 10 euro lordi l’ora non è lavoro, è sfruttamento. E dopo il caso che ha coinvolto il centro antidiscriminazione LGBTQIA+, è la seconda volta che il Sindaco non condivide gli indirizzi politici della sua Segretaria nazionale. Mi ritroverò a scrivere ad Elly Schlein e alla commissaria Susanna Camusso. È inaccettabile questa continua dissonanza dai valori rispetto a chi, come me e come i consiglieri rimasti in aula, prova a rappresentare in aula le ragioni di giustizia sociale e ambientale. Sono convinto che sia solo un incidente di percorso e che la prossima volta in Aula, il Sindaco non farà mancare il suo voto”.

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