Associazione Mondragone Bene Comune: il mondo al contrario del sindaco Lavanga

Mondragone. Dopo “Il Mondo al Contrario” di Vannacci (brutta opera prima del generale in odore di candidatura leghista), è ora la volta del “mondo al contrario” di Lavanga. Il comune di Mondragone da mesi cincischia e omette d’applicare la cosiddetta Legge Severino a proposito della “vicenda Bonuglia”. E per giustificare una tale grave inadempienza (assolutamente ingiustificabile, come vedremo), il sindaco Lavanga ricorre al solito trucchetto puerile di buttarla in caciara, attaccando i Consiglieri di minoranza, i quali non hanno fatto altro che chiedere conto, all’indomani della pubblica segnalazione dell’Associazione Mondragone Bene Comune, degli adempimenti messi in atto dall’Amministrazione Lavanga su tale incresciosa situazione. Quindi, i Consiglieri d’opposizione non hanno fatto altro che esercitare il loro diritto/dovere di vigilanza.

Non solo, ma per cercare maldestramente di giustificare i ritardi e la grave omissione, Lavanga si trincera dietro il mancato inoltro della sentenza da parte del Tribunale o, peggio ancora, dietro presunte lacune del dispositivo già ricevuto. E anche questa boutade viene accompagnata dalle solite accuse d’ignoranza nei confronti di chi invoca il rispetto della legge.

Ma in questa triste vicenda chi non sa o -peggio ancora- fa finta di non sapere è soltanto l’Amministrazione Lavanga, la quale dovrebbe essere a conoscenza, anche perché lo abbiamo già scritto, del fatto che è il diretto interessato a dover comunicare tempestivamente alla propria amministrazione la condizione di condanna (e addirittura di rinvio a giudizio): https://www.casertanotizie.com/politica/2023/11/29/ambc-a-mondragone-ci-sono-cittadini-al-di-sopra-della-legge-almeno-uno/.

E a rafforzare un tale obbligo è ripetutamente intervenuta anche l’ANAC, da ultimo con l’Atto del Presidente del 21 novembre 2023: https://www.anticorruzione.it/-/atto-del-presidente-del-21-novembre-2023-fasc.5120.2023. Il presidente Busia termina così la sua risposta: “si ricorda che l’onere informativo in ordine all’avvio di procedimenti penali o disciplinari a proprio carico è in capo al singolo dipendente. La tempestività di tale comunicazione costituisce un elemento essenziale, consentendo all’amministrazione di attivarsi in tempo utile a salvaguardare la propria immagine all’esterno. Pertanto, in caso di mancata o tardiva informazione il Codice di comportamento dell’amministrazione deve prevedere adeguate conseguenze per l’interessato.”

Stando così le cose, chiediamo ancora una volta all’innovatore (sic!) sindaco Lavanga (che sa tutto e non può perdere tempo): il dipendente Bonuglia ha comunicato quanto dovuto, a partire dall’avvio del procedimento penale che lo riguarda? E se lo ha fatto, quali sono le risultanze dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari? Se, invece, non lo ha fatto spontaneamente, perché nessuno lo ha chiamato a riferire, dopo che l’Amministrazione è venuta pubblicamente a conoscenza della situazione?

Stiamo parlando di una vicenda sempre più vergognosa (per le modalità con le quali si sta gestendo) e di assoluta gravità: ricordiamo che il dipendente Bonuglia ha responsabilità rilevanti nell’amministrazione, non ultime quelle relative ai tributi.

E a proposito di tributi: A che punto sono gli adempimenti posti in essere per aggiornare il nostro ordinamento alle modifiche recate dal d.lgs. 219/2023 allo Statuto dei diritti del contribuente? Ricordiamo che le Modifiche allo Statuto dei Diritti del Contribuente sono entrate in vigore il 18 gennaio scorso.

Ciò che però più ci colpisce di questa brutta storia non è tanto il “mondo al contrario” del sindaco Lavanga (una “carta conosciuta”, che non procede nei confronti di chi la legge l’ha forse violata, ma accusa chi si adopera per farla rispettare), quanto l’atteggiamento di inerzia della Prefettura, che di fatto si sta rendendo complice di una reiterata illegittimità.

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