Roma. Centinaia tra sindaci e amministratori della Campania in piazza per dire no all’Autonomia differenziata, “una legge truffa che distrugge l’unità d’Italia“, sì allo sblocco del Fondo di sviluppo e coesione “per contrastare il divario con il Nord“. Ma soprattutto per ribadire che “la dignità del Sud non è in vendita, e Meloni e il Governo non possono calpestarla”.
Il manifesto è del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dal palco allestito a piazza Santi Apostoli, a Roma, che ha dato il via così alla partecipata protesta romana. Insieme a lui, tra gli altri, il sindaco di Caserta e presidente dell’Anci regionale, Carlo Marino, il primo cittadino di Benevento e leader di Noi di Centro Clemente Mastella, il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli e anche una delegazione di fasce tricolori pugliesi.
Un breve intervento da parte del governatore, poi tutti in marcia in direzione ministero per la Coesione territoriale con l’obiettivo di ottenere un incontro. “Siamo qui per fermare questa ipotesi di Autonomia differenziata e per chiedere lo sblocco dei Fondi di sviluppo e coesione. Siamo contro questa Autonomia differenziata perché siamo per l’unità d’Italia, per avere rapporti fraterni con i nostri concittadini del Nord, perché siamo un corpo solo e un’anima sola, non abbiamo bisogno di guerre fratricide“, ha detto De Luca.
Secondo il governatore “le Regioni più sviluppate sono una ricchezza per l’Italia e noi le sosteniamo: siamo per non togliere un euro al Nord, siamo per dare risorse aggiuntive al Sud per consentire di recuperare dopo un secolo e mezzo questo divario, perché finché il Meridione avrà il 20% di disoccupazione in più l’Italia non sarà mai un Paese unito“.
Un divario che, per De Luca, ha radici più profonde, anche culturali: “Diciamo no a questo racconto infame per cui al Nord c’è la virtù e al Sud ci sono i miserabili e i cialtroni. Serve un’operazione verità, bisogna dire esattamente qual è il rapporto tra Nord e Sud oggi. La spesa pubblica nelle Regioni del Centro-Nord è di 17mila euro procapite, in Campania è di 12mila: avremmo bisogno di 30 miliardi l’anno solo per portare la spesa ai livelli del Nord. Nell’ambito della sanità ci sono oltre 60mila medici al Nord e solo 40mila al Sud, abbiamo un terzo in meno di posti letto e il 30% in meno di risorse del Fondo sanitario nazionale. Nei Comuni poi abbiamo un terzo del personale in meno e anche più anziano. Questa è la realtà da cui dobbiamo partire“.
Quelli in piazza oggi, quindi, per il governatore della Campania “sono i principali avversari e nemici della cialtroneria meridionale quando e dove c’è: siamo per l’efficienza amministrativa, la gestione corretta dei bilanci e siamo contro le porcherie clientelari, ma vogliamo combattere ad armi pari. Basta prenderci in giro, l’Autonomia fatta così, consentendo alle Regioni ricche di incamerare il residuo fiscale a costo zero per il bilancio dello Stato e autorizzando le Regioni più ricche a stipulare contratti integrativi nella sanità, vuol dire che il Sud è morto. E lo stesso vale per il mondo della scuola. Siamo di fronte a una legge truffa e siamo qui per combatterla“.
Insomma, ha concluso De Luca, “la manifestazione di oggi è per ricordare a Meloni e a tutto il Governo che i cittadini del Sud sono abituati a camminare a testa alta e non piegata come peccatori. La dignità del Sud non è in vendita, meno che mai quella della Campania e di Napoli. Il presidente del Consiglio, invece, ha dimostrato di non avere dignità politica“.
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