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Politica

Associazione Mondragone Bene Comune: La Città, oltre il pettegolezzo

Mondragone. La politica locale ha ormai toccato il fondo, come mai prima d’oggi. Un chiacchiericcio del tutto irriflessivo l’accompagna da alcuni anni, svuotandola di ogni senso. “La politica dalle nostre parti ha perso ogni significato pubblico, ha sottolineato Gianni Pagliaro, portavoce dell’AMBC. E ultimamente siamo addirittura precipitati nel baratro della politica che guarda dal buco della serratura e che si appassiona al “pettegolezzo pruriginoso”, confermando l’adagio che al peggio non c’è mai fine. Da anni denunciamo la sostituzione dei partiti con i clan e le famiglie, la scomparsa di idee, ideologie e valori, soppiantati da interessi, spartizioni, affari e clientele e la crisi della democrazia locale, soprattutto per mancanza di trasparenza e di legalità. Non c’è quasi più la possibilità di confrontarsi, di discutere del presente e del futuro della città, di essere partecipi – in quanto cittadine e cittadini – del nostro destino. Per arginare la deriva di un’informazione ridotta a Tag e a concetti che vengono decostruiti dal loro significato culturale e politico, l’AMBC continua – controcorrente – a ricorrere ai dati, indispensabili per cercare di capire il nostro territorio e per tentare di stimolare qualche analisi e qualche riflessione. E lo facciamo anche stavolta, come al solito, coinvolgendo Dario Caprio.”

“Partire dai dati è il modo giusto per fare informazione, per raccontare un luogo, per fare politica e per migliorarsi, ha sottolineato Dario Caprio. La mancanza di studio, di analisi e di dati caratterizza diffusamente la politica di oggi, con la conseguenza di trovarci sempre più alle prese con politiche e decisioni irrazionali, inefficienti e insufficienti. Purtroppo, si fa sempre più fatica a trovare interlocutori con un tale approccio. Uno degli ultimi (disponibile, autorevole e appassionato) è stato senz’altro il compianto Ugo Di Girolamo, col quale era sempre un impareggiabile piacere intellettuale confrontarsi -numeri alla mano- sulla politica, l’economia, la corruzione, l’amministrazione o lo sviluppo del territorio (e ultimamente era piacevole ed istruttivo parlare con lui anche di geopolitica). E non ho potuto non pensare a Ugo Di Girolamo, al suo rigore analitico e alla sua capacità di declinare i dati in questioni socio-economiche, mentre mi confrontavo di recente con qualche amico dell’AMBC sullo stato di salute della nostra città.”

“Nella nostra città, ha continuato Dario Caprio, il 23,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha abbandonato la scuola, mentre i NEET (ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non sono né occupati né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione) sono il 23,6%. Parliamo di oltre 800 ragazzi che sono usciti prematuramente dalla scuola e di quasi 1.250 Neet. Una enormità! A Sessa Aurunca, per avere un termine di paragone, i ragazzi che hanno abbandonato la scuola sono il 16,1% e i Neet il 16,5%. Quindi, in un Sud generalmente afflitto dall’abbandono scolastico e dal fenomeno dei Neet, noi siamo tra quelli che fanno registrare i dati peggiori. L’universo giovanile è particolarmente in difficoltà (726 ragazzi residenti 0-17 anni su 5.191, per esempio, non hanno la cittadinanza italiana) ed è quello maggiormente trascurato, privo di politiche e d’interventi. Un altro dato assolutamente preoccupante riguarda l’occupazione, soprattutto femminile: a Mondragone solo il 39,58% delle donne tra i 25 e i 49 anni risulta occupata (a Sessa Aurunca la percentuale arriva al 42,08%). Nella nostra città su 4.730 donne in questa fascia d’età, soltanto 1.872 lavorano. E anche l’occupazione maschile, che comunque registra dati meno sconfortanti di quella femminile, arrivando al 63,81%, è ben lontana da quella di Sessa Aurunca o di Cellole, ove si registrano rispettivamente il 70,67% e il 72,38% di maschi occupati. Non va ovviamente trascurato il tanto lavoro nero, sfruttato e sottopagato che c’è in città.”

“Già in altre circostanze, ha proseguito Dario Caprio, abbiamo parlato di Mondragone come di una città sempre più povera: Mondragone con 12.192,80 € pro-capite risulta il comune più povero dell’area. A Sessa Aurunca il reddito pro-capite arriva a 14.362,67 €; a Carinola a 14.523,13 € pro-capite, risultando il comune più ricco della zona; a Falciano del Massico il reddito pro-capite si attesta su 13.619,09 €; a Cellole a 13.789,56 € pro-capite e a Castel Volturno, infine, a 13.155,88 € pro-capite. E anche alcuni dati più recenti confermano lo scivolamento di Mondragone verso la povertà: il 48,52% dei contribuenti (quasi la metà!) ha un reddito tra 0 e 10mila euro (a Sessa Aurunca sono il 38,22%), a dimostrazione che a Mondragone tante famiglie vanno faticosamente avanti solo grazie a ciò che resta del welfare familiare. Ma Mondragone è anche una città che continua a slabbrarsi e a perdere pezzi: ci sono oltre 4mila abitazioni non occupate e quartieri che continuano a spopolarsi, mentre contemporaneamente si insiste sconsideratamente a rincorrere il cemento e il consumo di suolo (nei giorni scorsi abbiamo fatto circolare i dati del Forum Salviamo il Paesaggio, che ci dicono che il consumo di suolo -Anno 2022- a Mondragone è stato di 2,99 ettari, pari a 29.990 mq e che dal 2006 al 2022 sono stati consumati 42,56 ettari, pari a 425 mila mq).”

“Con i dati (di varie fonti) – ha concluso Dario Caprio – per il momento mi fermo qui (con l’AMBC si sta pensando comunque di raccogliere i dati in un piccolo Rapporto sulla Città, per mettere a disposizione di tutti la sua attuale fisionomia), limitandomi ad osservare che essi ci indicano: un territorio ove la povertà arriva a lambire la metà della popolazione, un’insopportabile disoccupazione femminile, un preoccupante abbandono scolastico, una quota elevata di giovani che non lavorano, non studiano e non stanno in formazione e pezzi di città che vengono progressivamente abbandonati, nonostante migrazioni vicine e lontane, mentre si continua improvvidamente a consumare suolo.”

“La politica locale, ha commentato in chiusura Gianni Pagliaro, portavoce dell’AMBC, dovrebbe confrontarsi con questi e tanti altri dati e con i tanti mali della città, cercando di scorgere opportunità e potenzialità e sperimentare soluzioni. Continueremo a seminare dati, idee, parole, speranze, cambiamenti e conflitti, nella consapevolezza (per alcuni è soltanto utopia) che tutto si può cambiare, sempre e ovunque. Nella propria vita, nel proprio quartiere, nella propria città.”

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