Associazione Mondragone Bene Comune. Ci sono argomenti tabù che in città nessuno ha il coraggio di affrontare (elette ed eletti, associazioni, partiti, movimenti, categorie…tutti zitti). È il caso, per esempio, della messa a gara pubblica delle concessioni balneari. Solo l’Associazione Mondragone Bene Comune continua da anni ad insistere affinché si esca dall’illegalità, si affronti una volta per tutte lo scandalo del nostro demanio, finito da decenni nelle mani di privati e ci si riappropri di un Bene Comune: https://www.casertanotizie.com/politica/2023/10/12/ambc-ma-a-mondragone-qual-e-la-percentuale-di-spiaggia-libera-rispetto-a-quella-in-concessione/ (questo è solo uno dei tantissimi interventi di questi anni). Di recente – unico caso in Italia – l’Amministrazione Lavanga ha addirittura prorogato illegittimamente le concessioni al 31 dicembre 2025.
Ora, di fronte al Governo delle destre che ha deciso di non decidere per fare un favore agli interessi corporativi di pochi, c’è stata un’ennesima sentenza del Consiglio di Stato (N. 03940/2024, decisa dalla VII sezione il 12 marzo), che conferma la scadenza al 31 dicembre dello scorso anno e stabilisce che le deroghe alle concessioni demaniali per le spiagge fissate al 31 dicembre del 2024 (figuriamoci le nostre portate illegalmente al 31 dicembre 2025) vanno disapplicate e va immediatamente dato corso alla procedura di gara per assegnare le concessioni in un contesto realmente concorrenziale. Ci aspettiamo che almeno questa volta qualcuno (non certamente chi vive in palese conflitto d’interesse) esca allo scoperto e dica come e quando intenda riportare il settore alla legalità.
Ci sono poi notizie che proprio non ce la fanno a bucare il muro locale dell’indifferenza e della propaganda, come nel caso dell’approvazione di questi giorni da parte del Consiglio regionale della Campania della Ddl di “Modifiche alla Legge Regionale 22 dicembre 2004, n. 16 recante Norme sul Governo del Territorio” ai sensi della delibera di Giunta Regionale n. 369 del 19 giugno 2023, Reg. Gen. 313. Una norma che consegna il territorio della nostra regione ad ulteriori interventi di speculazione edilizia e allo scempio definitivo. Come ha argomentato Alessandro Dal Piaz, ex docente di Urbanistica alla Federico II, che è tra i promotori sin dalla prima ora della mobilitazione contro il progetto di una nuova legge urbanistica della Campania: “Si prevede il riconoscimento sistematico di incrementi volumetrici tra il 20 ed il 35% per ogni fabbricato esistente nel territorio regionale a seguito di interventi di ristrutturazione o demolizione e ricostruzione. Anche in zone agricole, purché ci sia un fabbricato non connesso ad attività coltivatrici.” Aggiungendo che con questa legge: “Salta la valutazione del dimensionamento delle costruzioni sulla base del fabbisogno. Si cancellano i preventivi studi idrogeologici di dettaglio. Si elimina il rispetto della prossimità alle abitazioni dei parcheggi pertinenziali e questo significa che ovunque si potranno realizzare garage interrati. Si rende poi ordinaria la monetizzazione degli spazi pubblici da cedere al comune quando cresce l’espansione edilizia, sostituendo l’obbligo di trasferire al pubblico i suoli con il pagamento di una somma in denaro che gli speculatori non possono che preferire.”
L’AMBC – che da tempo insiste sullo STOP al consumo di suolo! – ha aderito alla Campagna Rigenera per una Proposta di Legge di Iniziativa Popolare Regionale per cambiare davvero la Campania al tempo dei cambiamenti climatici: https://www.infinitimondi.eu/2024/04/24/rigenera-qualche-riflessione-a-margine-della-campagna-dopo-le-gravi-e-consociative-decisioni-del-consiglio-regionale-della-campania-e-verso-il-16-maggio/.
E ancora una volta – instancabilmente – fa appello per la costituzione di un Fronte Comune, uno Spazio Collettivo per riprenderci i Beni Pubblici (dalle spiagge ai servizi pubblici e alle strutture pubbliche in mano ai privati), per dire “Basta al consumo di suolo” e per rivitalizzare la sfera pubblica e la democrazia locale.
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