Mondragone. Come promesso, ritorniamo su quanto dichiarato nel Consiglio comunale dal sindaco Lavanga a proposito del Cimitero comunale. Lavanga dichiara: “… sono quattro anni che noi abbiamo iniziato una procedura di project financing. Lei lo sa (si sta rivolgendo alla consigliera Marika Pero del Movimento Mondragone Attiva, che aveva, tra le altre cose, letto alcuni stralci dell’interrogazione parlamentare del deputato Francesco Emilio Borrelli) che abbiamo iniziato una procedura di project financing per potere affidare i servizi all’interno del cimitero? È una procedura che è lunga, è farraginosa…”. Aggiungendo: “… il Regolamento Comunale che noi stiamo per predisporre porta a una fase successiva di approvazione delle delibere in Giunta e porta successivamente anche a procedere per project financing, si tratta di procedure molto lunghe, molte lunghe è iniziata circa circa 3 anni fa, noi auspichiamo che questa procedura possa in ogni caso vedere la luce per quest’anno se ci lavoriamo rispetto a questa procedura…”.
Ora, a parte il fatto che 4 anni (ma anche 3) sono un tempo congruo, amministrativamente parlando (si pensi che per il nuovo ponte di Genova ci sono voluti appena 12 mesi), la consigliera Marika Pero (e non solo), non poteva sapere di questo lungo lavorio, in quanto il Consiglio comunale, unico organo a cui compete di decidere la modalità di gestione del Cimitero (diretta, in affidamento ecc), non è stato mai coinvolto – in questa come nella passata Consiliatura – e non ha mai deliberato in merito.
E, quindi: sulla base di quale decisione e adottata da chi, sindaco Lavanga, hai iniziato (e insieme a chi) questa procedura di project financing, quattro o tre anni fa? A meno che ciò che afferma Lavanga non sia un escamotage, a cui forse aggrapparsi per imbastire uno straccio di controdeduzione.
Una procedura che rinveniamo comunque anche nel nuovo PIAO, ove per iniziativa del responsabile dell’Area 3^, quella dei lavori pubblici, è scritto: “proposta al Consiglio comunale della dichiarazione di p.u. del partenariato pubblico-privato per i servizi cimiteriali e conclusione della procedura di evidenza pubblica, nonché predisposizione del Piano cimiteriale.” Un obiettivo che si pensa di raggiungere entro il 31/07/2024. Ma per farlo, pur avendoci lavorato – come dice il Sindaco – per tanti anni e pur potendo il nostro Ente contare su tecnici comunali vecchi e nuovi, a tempo indeterminato e a tempo determinato, si affida un incarico, per le vie brevi, ad un professionista esterno, impegnando oltre 17mila euro (determina n.1278 del 20/06/2024). Quindi, il sindaco Lavanga (con chi? Qual è l’organo che ha deciso di puntare su questa modalità di gestione?) lavora da 4 anni (o 3) su un project financing per la gestione dei servizi cimiteriali, passa poi il “lavoro fatto in lunghi 4 anni” al responsabile dell’Area tecnica competente, il quale lo fissa nella proposta di Piao, impegnandosi entro luglio a portare in Consiglio la proposta. Ma, senza alcuna motivazione sul perché un tale lavoro istruttorio non sia possibile farlo internamente (e di ciò invieremo segnalazione alla Corte dei conti), il responsabile dell’Area 3^ lo affida ad un tecnico esterno, per la verità non nuovo ad incarichi a Mondragone.
Siamo al ribaltamento delle corrette procedure e siamo ad un Consiglio comunale ridotto alla ratifica di una proposta elaborata (come dice il Sindaco) per anni e anni chi sa da chi, inserita dal tecnico comunale nel PIAO e affidata per la sua fattibilità (si tratta della “pezza tecnica” che si dovrà mettere ad una decisione già presa, chi sa dove e chi sa da chi) ad un tecnico esterno per la modica cifra di oltre 17mila €. Cosa potrà mai fare il Consiglio comunale (e soprattutto questo Consiglio comunale a maggioranza “eterodiretto”) una volta che avrà ricevuto la proposta di project financing “bella e impacchettata”? Consiglio comunale che non ha mai avuto la possibilità in quei lunghi 4 anni di cui parla Lavanga di poter discutere di modalità di gestione del Cimitero, facendolo – semmai – su una relazione tecnica in grado di passare in rassegna tutte le opzioni gestionali possibili e in grado di verificare di ognuna i pro e i contro e decidendo, quindi, con “cognizione di causa”. Tutta la procedura di cui si è vantato Lavanga in Consiglio e formalizzata dal responsabile dell’Area è gravemente illegittima, perché punta a pilotare le decisioni dell’Assemblea, a metterle la “museruola”, ad esautorare di fatto il Consiglio, che è l’unico organo che per legge deve decidere come gestire il Cimitero. Si dirà: ma alla fine sarà il Consiglio a votare il project financing. E no, il Consiglio deve poter discutere di tutte le opzioni possibili e, quindi, il Sindaco non avrebbe dovuto lavorare per 4 anni sul project financing senza alcun mandato da parte del Consiglio, il responsabile dell’Area 3^ non avrebbe dovuto inserirlo nel PIAO come ipotesi esclusiva e i tecnici comunali (e non già un tecnico esterno) avrebbero semmai dovuto lavorare su tutte le ipotesi gestionali, evidenziando tecnicamente la fattibilità o meno di ciascuna opzione. Il Consiglio deve insomma essere libero di decidere anche un’opzione diversa dal project financing e per farlo deve avere dati e relazione tecnica a supporto.
L’AMBC da tempo fa presente che Mondragone è ormai una città privatizzata. Vogliamo dare ai privati anche il Cimitero (dopo che già lo abbiamo fatto per un pezzo di esso con il vecchio “scellerato” project financing, sul quale qualcuno dovrebbe comunque gettare uno sguardo)? Ma quando lo capiremo che il passaggio da pubblico a privato porta solo a un miglioramento dei profitti dell’erogatore del servizio – del privato – a danno della qualità del servizio stesso, che al contrario tende a diminuire a seguito della costante riduzione dei costi? Lo vogliamo capire una volta per tutte che un privato, al contrario del pubblico, ha come obiettivo fare profitti riducendo i costi sostenuti e aumentando i ricavi?
Il Sindaco nel suo intervento ha anche dichiarato: “… Ma credetemi io mi sento di tranquillizzare il Consiglio Comunale rispetto a questa vicenda che abbiamo messo mano anche a questa vicenda, sono quattro anni che ci stiamo lavorando, ma non perché gli altri Sindaci non l’hanno fatto, perché i tempi sono maturi in un determinato momento storico, dei passaggi vanno accompagnati in una determinata fase…” Il Sindaco nel confermare ancora una volta che ci sta lavorando da 4 anni (non sappiamo su mandato di chi) ci fa sapere che non sono intervenuti prima perché i tempi non erano maturi. Sindaco, quali erano i motivi per i quali i tempi non erano maturi negli anni addietro? E quali passaggi, nei confronti di chi, sono stati accompagnati? E quale sarebbe questa determinata fase?
Il presidente del Consiglio comunale Corvino, che anche in questa circostanza ha dimostrato la propria caratura politico – istituzionale, ha chiuso la “brutta vicenda” con una simpatica battuta: “E come disse il Cardinale Sepe ‘Qua abbiamo da fare’.” Il guaio è che non basta fare, bisogna fare soprattutto bene. Quando si viene eletti, per esempio, a guidare un’Assemblea (a qualsiasi livello istituzionale) ci si deve spogliare dell’appartenenza e amministrare l’aula con imparzialità e semmai con un occhio di riguardo verso le minoranze, che sono il sale della democrazia. Ci giunge notizia invece che un’interpellanza dei Consiglieri Cennami, Marquez e Martucci sugli apparecchi non omologati di rilevazione delle violazioni del Codice della strada, che hanno portato Mondragone al top in Italia per multe elevate, presentata formalmente in tempo per il prossimo Consiglio comunale, non sia stata inserita all’ordine del giorno (di questa interpellanza ritorneremo a parlare). E allora forse potrebbe essere più corretto dire, impareggiabile presidente del Consiglio: “Qua abbiamo da fare i cazzi nostri.” – Associazione Mondragone Bene Comune.
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