Il pasticciaccio procedurale della cittadinanza onoraria alla procuratrice Troncone

Mondragone. Avevamo proposto all’Amministrazione comunale di far propria l’idea di dare la cittadinanza onoraria a Julian Assange, sulla scia dell’iniziativa di Napoli, Roma, Reggio Emilia, Imola, Bari e di decine di altre città, in riconoscimento del coraggio personale e professionale dimostrato dall’attivista australiano cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks nell’impegno per affermare il principio di trasparenza, cui ogni forma di esercizio del potere pubblico deve essere ispirata, ed i principi di libertà di stampa e di libera manifestazione, capisaldi del nostro ordinamento e dunque della nostra democrazia. Nel frattempo Julian Assange – anche senza la cittadinanza onoraria di Mondragone – è ritornato libero, patteggiando con la giustizia statunitense (un epilogo positivo per il fondatore di Wikileaks, meno per la libertà di stampa).

Nei giorni scorsi è circolato per Mondragone un invito a firma del sindaco Francesco Lavanga per la cerimonia di conferimento – domani 9 luglio presso la sala del Consiglio comunale – della cittadinanza onoraria alla dott.ssa Maria Antonietta Troncone, procuratrice della Repubblica di Napoli nord: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/07/28/news/giustizia_csm_nomina_troncone_procuratore_a_napoli_nord-312090883/. Un’iniziativa che colpisce per la procedura adottata, che – a nostro avviso – la dequalifica, oltre a dimostrare ancora una volta l’incapacità amministrativa di chi governa la città.

L’invito di Lavanga riporta il programma della cerimonia, che prevede: l’affluenza delle autorità, la seduta solenne del Consiglio comunale e il conferimento della cittadinanza onoraria (tutto da svolgere presso la sala consiliare di piazza Umberto I). Poiché ad oggi all’Albo pretorio del Comune non c’è alcuna delibera del Consiglio comunale di conferimento della cittadinanza onoraria alla Procuratrice Troncone, non sappiamo chi ha proposto tale conferimento e perché, con quali motivazioni. E dobbiamo presumere che sarà quel Consiglio comunale convocato in seduta solenne per il 9 luglio (come riportato nell’invito) a deliberare e a farci conoscere tutto ciò. Quindi, è stata partorita l’idea di conferire la cittadinanza onoraria alla dott.ssa Troncone (chi sa da chi e con chi), sarà stata informata la diretta interessata, è stata organizzata la solenne cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria, sono stati scelti gli invitati, stampati gli inviti e recapitati, è stata predisposta ovviamente anche la pergamena o la targa, ma della delibera consiliare di conferimento della cittadinanza onoraria non vi è traccia alcuna.

Con tale invito hanno maldestramente confuso, facendole erroneamente coincidere, la seduta del Consiglio comunale che avrebbe dovuto discutere ed eventualmente approvare la delibera di conferimento di tale cittadinanza onoraria (delibera da rendere ovviamente pubblica ed esecutiva nei termini di legge) con la successiva seduta solenne del Consiglio comunale per la consegna della cittadinanza onoraria precedentemente deliberata. Poi qualcuno avrà fatto notare l’inopportunità della presenza dell’interessata (non tanto dello stuolo degli invitati) durante una seduta consiliare che avrebbe dovuto deliberare tale conferimento e sono corsi ai ripari, stravolgendo il programmino che era stato apparecchiato e prevedendo una seduta consiliare in piazza Umberto I per approvare (di fatto ratificare) la delibera di conferimento della cittadinanza onoraria e a seguire la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria presso quella parte di palazzo comprata dagli eredi Tarcagnota, abusivamente trasformata in Centro culturale (ed altro), pur avendo avuto – come denunciamo da anni e come denunciamo anche in questa circostanza alla presenza di tante autorità – soldi pubblici vincolati per farne esclusivamente un Centro Servizi Turistici-CST (https://www.anteprima24.it/caserta/mondragone-centro-servizi-turistici/).

Ma ormai il pasticciaccio procedurale della cittadinanza onoraria alla procuratrice Troncone era fatto (e il dentifricio uscito dal tubetto non si può rimettere dentro).

L’organizzazione (con tanto di inviti recapitati) della cerimonia di consegna della cittadinanza per il 9 luglio ha dato per scontato che il Consiglio comunale di domani 9 luglio approverà – senza se e senza ma – la delibera per il conferimento di tale cittadinanza onoraria (delibera che pur non avendo alcuna urgenza dovrà necessariamente essere dichiarata immediatamente eseguibile per poterla eseguire dopo pochi minuti) e dirà pappagallescamente sì ad una decisione che è stata già presa altrove e comunque in sede extraconsiliare, non pubblicamente e chi sa da chi. Il Consiglio comunale del 9 luglio – un Consiglio “condizionato” – dovrà insomma solo ratificare ciò che altri e altrove hanno determinato. Non avendo di fatto facoltà di dissentire.

Dissenso per nulla raro invece in caso di conferimento di cittadinanze onorarie. Citiamo, per fare 2 esempi tra i tanti, il caso del Consiglio comunale di Genova che ha detto no alla cittadinanza onoraria a Patrick Zaky: https://www.genovatoday.it/politica/cittadinanza-onoraria-patrick-zaky.html, oppure il caso del comune di Milano, ove la maggioranza non ha trovato “una quadra” e ha negato la cittadinanza onoraria proprio a Julian Assange: https://www.z3xmi.it/pagina.phtml?_id_articolo=16621-A-Milano-voto-contrario-alla-cittadinanza-onoraria-per-Julian-Assange.html.

Cosa potrà mai dire o fare nel Consiglio comunale del 9 luglio una Consigliera o un Consigliere, essendo stati messi di fronte al fatto compiuto? Che senso avrà discutere del conferimento di una cittadinanza onoraria di fatto già decisa e sulla quale è impossibile fare marcia indietro, trovandosi con una cerimonia di conferimento praticamente in corso?

Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che la maggioranza di quest’Assise è eterodiretta e siamo all’ennesimo colpo inferto alla democrazia locale. Ma siamo di fronte anche ad una procedura che inficia la stessa iniziativa di conferimento della cittadinanza onoraria e che coinvolge inconsapevolmente (e questo è l’aspetto più grave) chi ai massimi livelli istituzionali ha il compito di vigilare sull’osservanza delle leggi e sa bene, quindi, come soprattutto in questi casi la forma sia sostanza.

Col senno di poi Julian Assange può ritenersi più che soddisfatto per la mancata cittadinanza onoraria da parte di un’Amministrazione così.

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