Lettera aperta ai “cantori” della legalità (e brindisi sotto le stelle cadenti)

Mondragone. Cari “cantori” della legalità, magnifici indefessi paladini della giustizia ed egregi lottatori instancabili di tutte le mafie, siamo felici di sapervi approdati – dopo tanti anni di scorribande tra illegittimità, clientele e abusi – finalmente sulle sponde della legalità, almeno a parole. E siamo entusiasti dei tanti provvedimenti amministrativi che in maniera forsennata cercate di mettere in piedi, nella speranza di poter in breve tempo costruirvi un nuovo profilo identitario, tutto piegato alla legalità.

Un’attività che assorbe tutta la vostra attenzione, al punto da non farvi cogliere qualche infelice sbavatura, che potrebbe però contraddire il vostro nuovo corso. Sbavature fatte ovviamente in assoluta buona fede, motivo per il quale riteniamo giusto segnalarvele, convinti di farvi sicuramente cosa gradita ed utile. Vogliamo aiutarvi a scongiurare, magnifici costruttori di legalità, che così tanta fatica per riverginare il vostro percorso politico-amministrativo possa essere sciupata da queste innocenti “scivolate” e vogliamo evitare di aumentare il credito dei soliti malpensanti che ritengono che il vostro attuale nuovo corso altro non sia che la solita furbata di chi pensa di prendere tutti e sempre per il culo.

Oggi, cari apostoli dell’anticamorra, vi segnaliamo la “scivolata d’agosto”.

Siamo alla vigilia di ferragosto e come ogni anno nello stitico programmino estivo c’è la solita manifestazione “Cin cin di San Lorenzo”. Una manifestazione che anche quest’anno però avete affidato per la sua organizzazione al solito soggetto esterno all’agire pubblico. Vi siete scordati (ma è comprensibile, siete troppo presi dalla nuova missione anticamorra, non potete fare tutto voi!) che l’ANAC insiste nel sostenere che per quanto riguarda gli affidamenti diretti, incaricare ripetutamente lo stesso soggetto viola il principio di rotazione degli affidamenti. L’Anac ritiene che un affidamento come quello che anche quest’anno avete fatto al solito soggetto sia illegittimo, poiché non rispetta i principi di libera concorrenza e parità di trattamento che governano i contratti pubblici, con l’effetto di favorire sempre lo stesso soggetto che ha operato in regime di monopolio per diversi anni, non dovendo sostenere alcun confronto competitivo.

Si tratta sicuramente di un’innocente “scivolata”, che può capitare a chi fa e fa tanto come voi, poiché i primi a sapere che ce ne sono tanti di soggetti abilitati a poter organizzare un tale evento – ARCIpicchia! – siete proprio voi, cari “cantori” della legalità. E sapete benissimo che incaricare sempre lo stesso soggetto, oltre ad essere irregolare (parola di ANAC) potrebbe dare adito a chi sa quali dicerie. Dicerie campate in aria ovviamente, ma che fanno soltanto male al nuovo profilo che state cercando con fatica di cucirvi addosso. Dicerie che si alimentano anche a causa del vorticoso giro di soldi che una tale manifestazione mette in moto, tutti gestiti dal soggetto prescelto, che per mettere in piedi tutto ciò si avvale sostanzialmente di beni comuni.

Siamo anche convinti, egregi paladini della legalità, che tra tale soggetto e chi lo sceglie non vi sia alcun rapporto (forse non si conoscono neppure), men che mai di tipo elettorale e che la sua reiterata scelta è soltanto frutto del caso o forse dell’atavica pigrizia della burocrazia comunale, la quale non agisce per tempo e – come al solito – è poi costretta ad operare con la immancabile urgenza, appoggiandosi all’”usato sicuro”. “Usato sicuro” che è comunque una garanzia, visto che non esiste soltanto in funzione di tale evento agostano e che durante tutto l’anno risulta impegnato in centinaia di attività, eventi e manifestazioni. Un “usato sicuro” che agisce sempre senza scopo di lucro e che coinvolge durante l’anno centinaia e centinaia di giovani, onorando la propria storica matrice associazionistica.

Cari impareggiabili testimoni della legalità, anche piccole macchie come questa sporcano però la candida veste che avete indossato di recente. Cosa direbbero le donne e gli uomini della legge e della legalità che sono accorsi numerosi e festanti qualche settimana fa a Mondragone se sapessero di tali sbavature?

La legalità, come direbbe qualcuno, è unitaria. Non è possibile scegliere quali regole devono essere osservate e quali no. L’illegalità è come una catena che lega le piccole infrazioni a quelle grandi, fino ad arrivare al crimine organizzato. E la legalità non può restare sulla carta o essere soltanto predicata, ma va praticata sempre, ogni giorno.

Cari “cantori” della legalità, destinatari immaginari di questa lettera aperta, ricordatevi sempre che come dice un vecchio adagio: “I mafiosi sono come i pidocchi. Vanno dove c’è lo sporco”.

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