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Politica

Mondragone, e sul “Daspo” tutti zitti e ammucciati

Mondragone. Nei giorni scorsi, nel pieno di un’altra insopportabile afosa estate, un TG della TV di Stato si è trasformato in Carosello e ha regalato uno spot pubblicitario al mare e alla spiaggia di Mondragone. Non è la prima volta che un “non eletto” (o “trombato”, che dir si voglia) si spertica in lodi per questo territorio, alterando però non poco la realtà dei fatti. Alcuni cronisti del territorio hanno giustamente criticato quello che difficilmente si può classificare come “servizio giornalistico”, sottolineando che alle poche luci apparecchiate per essere sparate negli occhi dei telespettatori, non sono seguite le tante ombre di questa estate e i mali antichi e nuovi che gravano su questi luoghi. È in fondo quello che dovrebbe fare un giornalista non di parte, libero e indipendente, che vuole rappresentare correttamente la realtà di un territorio.

Ma al delirante “padrone di tutti i campanili della provincia” questa corretta e puntuale critica (chiamiamola, per semplificazione, la “critica della purpetta”) non è andata giù e sui social si è lanciato nei confronti degli autori di quelle critiche con argomentazioni indegne di un rappresentante delle istituzioni. Argomentazioni da “leone da tastiera” che – come sempre – finiscono per additare coloro che stanno ai fatti, che avanzano analisi inoppugnabili e che fanno critiche costruttive per il bene della città, come i nemici di Mondragone. È la solita storia: secondo questi signori, una città si ama solo se si altera la realtà, se si dice che va sempre tutto bene e che è un paradiso in terra. È, in fondo, quello che – a ben altri livelli ovviamente – accade per esempio a Saviano che denuncia la camorra e viene accusato di diffamare Napoli e la Campania. La verità, in buona sostanza, per questi signori deve fare spazio all’omertà. Sempre.

Sono in pieno svolgimento le Paralimpiadi e da poco si sono concluse le Olimpiadi, due eventi mondiali ove i valori dello sport vengono riaffermati e celebrati. Valori come la creatività, il coraggio, la solidarietà, la lealtà, il rispetto delle regole e degli altri, la collaborazione, l’amicizia e la pace. Lo sport, incluso ovviamente il calcio, ha in sé i semi di libertà, di gratuità, di solidarietà, di accoglienza, di condivisione, capaci di germogliare e di contribuire a formare i giovani agli ideali di convivenza pacifica. La violenza, in particolare, rappresenta la negazione dello sport ed è agli antipodi dei sui nobili valori. Ma mentre a Parigi va in scena il bello dello sport, qui da noi abbiamo dovuto prendere atto che: “In seguito all’attività istruttoria della divisione anticrimine, il questore, Andrea Grassi, ha emesso “Daspo” (da D.A.SPO., acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), per una durata di 17 anni, nei confronti di 4 calciatori dell’A.S.D. Casapesenna, 5 calciatori e un dirigente dell’A.S.D. Mondragone City”. Provvedimenti che vietano l’accesso a tutti gli impianti sportivi, anche per partecipare alle gare in qualità di calciatori, nonché da tutte le squadre di calcio, dalla Promozione alla serie A, nei campionati italiano ed internazionali: https://questure.poliziadistato.it/it/Caserta/articolo/322266d2bfe2c02f5891495607#:~:text=In%20seguito%20all’attivit%C3%A0%20istruttoria,Mondragone%20City%E2%80%9D. Una bruttissima notizia, che fa seguito alle precedenti brutte notizie legate all’acquisizione del titolo che portò ad altre squalifiche.

Una notizia (questa sì) che ha gettato fango e vergogna sulla città, facendola ripiombare di colpo negli anni bui che pensavamo di aver definitivamente messo alle nostre spalle. Ebbene, in questa circostanza il delirante “padrone di tutti i campanili della provincia” è rimasto in silenzio, non ha stigmatizzato chi ha messo in cattiva luce la città, non si è trasformato in “leone da tastiera” per criticare chi con i propri comportamenti violenti ha umiliato lo sport e portato Mondragone sulle prime pagine dei giornali, ancora una volta per un episodio deplorevole. E non ha minimamente pensato di proporre, per esempio, che un bene comune come il Campo sportivo non possa più essere “regalato”, soprattutto a chi ha sfregiato la faccia della città. Gli stessi che solo qualche mese fa al grido di “legalità! legalità!” conferivano cittadinanze onorarie, oggi tacciono, non prendono le distanze da questo squallido episodio di violenza e non condannano pubblicamente a nome dell’intera città un comportamento indegno e che disonora Mondragone.

L’Assessora delegata allo Sport, che come è noto non ha alcun legame con l’autodefinitosi patron di questa società sportiva, non ha proferito parola e lo stesso Sindaco, di recente particolarmente ciarliero, sul Daspo ha scelto il silenzio. – Associazione Mondragone Bene Comune.

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