La situazione politica a Caserta non è serenissima. In particolare il sindaco Carlo Marino potrebbe trovarsi molto in difficoltà
A Caserta, il clima politico si fa sempre più teso. Il sindaco Carlo Marino, espressione del Partito Democratico, sembra sempre più isolato, non solo dai suoi avversari ma anche da parte di quella che dovrebbe essere la sua maggioranza.
L’amministrazione comunale, già travolta negli ultimi mesi da vicende giudiziarie e indagini legate a episodi di corruzione e appalti sospetti, ora si trova a fare i conti con un malcontento che si manifesta anche all’interno del centrosinistra.
Proprio ieri sera si è svolto un incontro che ha fatto parlare: una discussione su progetti e visioni future per la città, organizzata dal laboratorio politico Open. Il dettaglio significativo? Carlo Marino non è stato invitato, un’assenza che dice più di tante parole sul clima attuale.
L’incontro, promosso dai movimenti Caserta Decide e Speranza per Caserta, ha visto la partecipazione di figure di spicco del centrosinistra locale. Tra loro spiccavano il commissario provinciale del Pd, Susanna Camusso, e il deputato casertano Stefano Graziano, insieme a rappresentanti di altri partiti e movimenti, come il Movimento Cinque Stelle e il Partito Socialista.
Nonostante la diversità politica, il tema centrale dell’evento era la ricerca di una piattaforma comune su questioni strategiche per il futuro di Caserta: urbanistica, rigenerazione urbana e mobilità sostenibile. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: unire le forze per costruire una visione condivisa della città, pensando addirittura al 2050.
La scelta di escludere Marino dal dibattito, però, pesa come un macigno. Per molti, è un chiaro segnale di sfiducia nei confronti di un’amministrazione che, negli ultimi mesi, ha visto aprirsi crepe sempre più profonde.
Perché la sinistra non vuole Marino: il sindaco di Caserta nel mirino
Le difficoltà del sindaco Marino non nascono certo ieri. La sua amministrazione è sotto la lente della magistratura per una serie di indagini legate a episodi di corruzione nella gestione degli appalti pubblici e della manutenzione del verde. Il ministero dell’Interno ha addirittura inviato una commissione di Accesso per verificare possibili infiltrazioni camorristiche all’interno del Comune.
Questo contesto ha alimentato un malcontento diffuso, non solo tra i cittadini ma anche all’interno del suo stesso schieramento politico. Esponenti del centrosinistra, pur rimanendo ufficialmente nella maggioranza, stanno iniziando a guardare oltre Marino, cercando di costruire un’alternativa per il futuro. Il titolo scelto per l’evento di ieri, “Come sarà Caserta nel 2050? Noi abbiamo un piano!”, parla di un orizzonte temporale molto lungo, lontano dalle scadenze elettorali immediate. Ma questa distanza temporale sembra anche voler prendere le distanze dall’amministrazione attuale, segnando l’inizio di un percorso alternativo.
Sara Femiano, coordinatrice di Caserta Decide, ha sottolineato i limiti dell’attuale gestione: “La nostra città soffre la mancanza di una programmazione urbanistica moderna e condivisa. Gli spazi pubblici, che dovrebbero essere luoghi di diritti e democrazia, sono spesso trascurati, mentre scelte urbanistiche discutibili continuano a compromettere il nostro territorio”.
Un altro tema caldo è stato quello degli interventi finanziati dal Pnrr, che secondo il consigliere comunale di Caserta Decide sono stati “calati dall’alto, senza un’adeguata progettazione e con scarsa partecipazione dei cittadini”.
Mentre il laboratorio politico guarda al futuro, il presente dell’amministrazione Marino appare sempre più complicato. Se la commissione di Accesso dovesse riscontrare elementi gravi, non è escluso uno scioglimento anticipato del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche, portando alle urne già tra fine 2026 e inizio 2027.
Ma anche senza questa eventualità, il messaggio emerso dall’incontro di ieri è chiaro: una parte significativa del centrosinistra casertano non vede più in Marino un punto di riferimento per la città Nel frattempo, il sindaco dovrà fare i conti con una coalizione che rischia di sgretolarsi e con un’opinione pubblica sempre più critica nei confronti della sua gestione.