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Negli anni passati scrissi, sul Notiziario della Parrocchia del S.S. Nome di Maria, alcune note sui Santi Medici e sottolineai la difficoltà di capire il vero significato di medico che la tradizione attribuiva a colui che operava le guarigioni del corpo non in virtù di scienza umana, bensì divina, per una grazia speciale a lui concessa dal Cielo.

Scrissi allora di alcuni Santi considerati medici non perché seguirono specifici corsi di studi ma solo perché sul loro sepolcro avvennero miracolose guarigioni. Tanti Santi furono quindi dichiarati medici dalla tradizione o forse dalla leggenda, una specie di “laurea ad honorem” come scrive Pazzini storico della Medicina, che li ha messi sullo stesso piano di quelli che veramente furono medici per aver frequentato le Università di Padova, Bologna e Parigi che erano le più famose dell’epoca.

Le guarigioni operate da Santi Medici, da quanto ci viene tramandato, avvenivano immediatamente senza nessun aiuto fisico. C’era solo bisogno di una grande fede, della preghiera e di un segno di croce. Qualche volta si guariva per un semplice toccamento. Il Santo guaritore diventava quindi medico dell’anima attraverso il corpo. Solo nei secoli successivi si incontreranno Santi che, oltre la santità, avranno anche un valore scientifico. Da questo numero scriverò invece di Cristo Medico e delle sue guarigioni. San Atanasio, vescovo di Alessandria di Egitto, chiama Cristo Medico nel senso nobile del termine. L’abitudine di chiamare Cristo con l’appellativo di Medico iniziò dapprima in Africa. Fin dal secondo secolo, infatti, Tertulliano e Sant’Agostino diffusero questa usanza che poi dal IV -V secolo si propagò in tutto il mondo cristiano.

Cercherò di illustrare le guarigioni di Gesù riportate nei Vangeli. I casi sono ventisei e si potrebbero raggruppare nel seguente modo:

  • Liberazione di indemoniati
  • Guarigione di ciechi
  • Guarigioni di lebbrosi
  • Guarigioni di paralitici
  • Guarigione di malattie mediche varie
  • Resurrezioni di morti

Gli indemoniati riportati nei Vangeli sono cinque. Il primo fu quello della Sinagoga di Cafarnao (Marco 21-28 e Luca IV,32-37) …Ed ecco nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare dicendo” Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? … e Gesù gli ordinò severamente: “Taci, esci da lui”. E lo spirito impuro straziandolo e gridando forte, usci da lui. Il secondo indemoniato guarito da Gesù, fu quello di Gerasa (Marco V 1-20): Giunsero all’altra riva del mare nel paese dei Geraseni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene…… Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: “Che vuoi da me, Gesù, figlio del Dio Altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi! Gli diceva infatti: “Esci spirito impuro da quest’uomo”. E gli domandò “Qual’ è il tuo nome? “Il mio nome è Legione- gli rispose. Perché siamo in molti”. E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là sul monte una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono:” Mandaci da quei porci perché entriamo in essi”. Glielo permise. E gli spiriti impuri dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. IL terzo caso è rappresentato dal muto indemoniato che riacquista la parola. Il quarto caso (Matteo XV 21-28 e Marco VII 24-30 è rappresentato dalla figlia della donna di Cananea, sirofenicia di nazione, la quale pregò Gesù di salvare la figlia che era a casa posseduta da uno spirito immondo. Il quinto caso (Matteo XII 22-28 ,43-45 e Luca XI 14-20) riguarda l’indemoniato cieco e muto che fu liberato dal demonio e fu sanato in maniera che parlava e vedeva.

La possessione diabolica è un argomento interessante da un punto di vista medico e psicologico. Nei popoli primitivi si era convinti che si trattasse di una vera patologia dovuta ad uno spirito maligno. Successivamente, nel corso degli anni, la possessione diabolica fu sostituita da diagnosi di psicopatie di vario genere tra le quali la più importante era l’isterismo. Nel Medioevo l’uso di droghe e di stupefacenti contribuì, con il delirio che queste sostanze producevano, a rinsaldare l’idea della possessione demoniaca. Le persone interessate vedevano il demonio e celebravano con lui riti sacrileghi. Oggi possiamo affermare che la demonologia medioevale, per gran parte, fu effetto di un delirio tossico dovuto allo giusquiamo, alla belladonna, alla mandragora, e a tanti altri veleni. I molti che usavano questi allucinogeni vedevano il diavolo e con le loro reazioni psicomotorie influenzavano negativamente altre persone. Oggi la scienza non ammette più la possessione diabolica. La Chiesa non la nega ma, prima di affermarla , chiede alla scienza di escludere altre cause.

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