I casi di guarigione dalla lebbra (malattia infettiva granulomatosa e cronica causata dal Mycobacterium leprae) sono due ma i guariti sono undici. La prima guarigione avvenne quando Gesù, nel mentre scendeva dal monte dove aveva tenuto il discorso sulle Beatitudini (Le Beatitudini sono considerate uno dei passi più importanti del Vangelo e rappresentano un invito alla santità e alla giustizia), incontrò un uomo coperto di lebbra che gli disse: Gesù se vuoi puoi guarirmi. Il Signore ebbe compassione e gli rispose: Lo voglio, sii mondato e la lebbra scomparve quindi dalla sua persona. Ne danno notizia gli Evangelisti: Matteo (XX,29-34), Marco (II 1-12) e Luca (V, 17-26).
La notizia di altri lebbrosi che il Maestro guarì ci viene raccontato da Luca (XVIII,11-19). Gesù li incontrò quando attraversò la Samaria per andare a Gerusalemme. Erano in dieci e, fermatisi lontano dal Maestro, alzarono la voce e dissero: Gesù, Maestro, abbi pietà di noi. Come Gesù li vide disse: Andate, mostratevi ai sacerdoti e, mentre quelli si avviarono furono mondati dalla lebbra. Di questi però uno solo tornò a ringraziare Gesù ed era un Samaritano. Gli altri nove che, comunque, erano stati guariti dimostrarono quanto grande fosse la loro ingratitudine nei confronti del loro Salvatore.
Molti altri furono i lebbrosi che vennero guariti e di cui gli Evangelisti accennano solo in massa insieme ad altri infermi sanati per altre malattie. A proposito del fatto di trovare dieci lebbrosi che si tenevano lontano dalle persone sane ha fatto supporre a qualche critico che essi erano in un lebbrosario. Ciò non è certo perché, in effetti, noi non siamo in grado di stabilire quando i lebbrosari furono costituiti in Palestina ai tempi di Gesù. Secondo qualche altro Autore che si è occupato del problema, la costituzione dei lebbrosari è posteriore a quest’epoca e raggiunse solo nel medioevo la sua fisionomia caratteristica. Al tempo di Gesù i lebbrosi erano, probabilmente, ancora tenuti lontani dal consorzio umano, senza che il loro riunirsi avesse ancora acquistato il carattere del lebbrosario.
Tra le altre guarigioni miracolose vi sono otto casi di malattie gravi, considerate incurabili dagli uomini, che Il Maestro guarì all’istante. Il primo miracolo riguarda il figlio di un regio ufficiale. Gesù era a Cana di Galilea nella stessa città dove in precedenza aveva operato il miracolo della trasmutazione di acqua in vino. Qui vi era un ufficiale regio che aveva un figlio da tempo malato le cui condizioni erano talmente gravi che facevano temere per la sua vita. L’ufficiale andò incontro a Gesù e gli disse: Vieni, Signore, nella mia casa prima che mio figlio muoia. Gesù gli disse: Va tuo figlio vive. Quell’uomo prestò fede alle parole di Gesù e andato verso casa incontrò i suoi servi che gli diedero la notizia che il figlio viveva e, alla domanda che fece l’ufficiale circa l’inizio del miglioramento, risposero che all’ora settima la febbre lo aveva lasciato e capì quindi che era proprio l’ora in cui Gesù gli aveva detto: Tuo figlio vive. E allora credette nel Maestro insieme a tutti i suoi familiari. (Giovanni IV 46-53).
Altro miracolo fu la guarigione del servo di un centurione. Il miracolo viene raccontato da Matteo (VIII 1-5-13) e da Luca (VII 1-10 e rappresenta uno degli episodi più belli perché Gesù non entrò nella casa del centurione per vedere il malato ma al centurione che gli aveva richiesto l’intervento aveva detto: Verrò e lo guarirò. Il centurione rispose: Signore non sono degno che tu entri da me tuttavia dì una parola ed il mio servo sarà guarito. Il Maestro commosso per tanta fede disse al centurione: Va e come hai creduto avvenga. Il servo fu quindi guarito senza che Gesù fosse entrato nella sua casa. Ritengo che anche questa guarigione sia la testimonianza di una grande fede. Credo giusto evidenziare che le guarigioni di sabato sembrano essere le predilette dal Maestro. Un giorno entrò di sabato in casa di un capo dei farisei e si accorse che questi lo guardavano per cercare di coglierlo in fallo. Gesù lesse questi pensieri e, visto un idropico (paziente con abbondante versamento liquido in addome), che gli stava davanti lo toccò e lo guarì all’istante. Poi disse: Chi di voi se di sabato gli è caduto l’asino o il bove nel pozzo non lo tira subito fuori? (Luca XIV 1-6). Anche in questo caso l’idropico non gli aveva chiesto di essere guarito.