Dalla narrazione dell’evangelista Marco (5,25-29) apprendiamo che una donna che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì, nel suo corpo, che era guarita dal male. Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si rivoltò alla folla dicendo: Chi ha toccato le mie vesti? … . Egli guardava intorno per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse la verità. Ed Egli: Figlia, la tua fede ti ha salvato. Va’ in pace e sii guarita. Ritengo opportuno aggiungere che, secondo la legge ebraica, durante le mestruazioni la donna è impura e rende tale chi la tocca; vive perciò in uno stato di segregazione sociale e religiosa, La malattia di questa donna aggravava il suo disagio rendendolo permanente: di qui il timore con cui ella confessa a Gesù la verità. Grande fu, quindi, la sua fede simile, come intensità, alla fede della suocera di Pietro che era ammalata ed aveva una grande febbre. Gesù andò da lei, la prese per mano e comandò alla febbre di andarsene. La donna si alzò guarita e servì il Maestro ed i suoi discepoli. Qualche tempo dopo Gesù guarì un bambino che era epilettico fin dalla prima infanzia il cui padre ebbe fede nel Maestro e gli disse, con espressione perfettamente umana: Io credo o Signore! Aiuta la mia incredulità! Il fanciullo fu portato al Signore nel corso di uno degli attacchi della sua malattia. ..Gesù, allora …sgridò lo spirito immondo e gli disse-Spirito sordo e muto, te lo comando, esci da lui e non c’entrar più. E quello, uscì gettando un grido e straziò molto il fanciullo che rimase come morto. Ma Gesù lo prese per mano, lo rialzò e da quel momento fu guarito. (Matteo XVII 14-21),
Marco IX 13-28), (Luca IX, 37-44).
Faccio notare che la descrizione dei sintomi dell’accesso epilettico fatta dall’Evangelista è perfetta: l’urlo iniziale, la caduta subitanea, la perdita di coscienza, il digrignamento dei denti e la bava alla bocca.
Gesù, poco tempo prima, aveva guarito anche un sordomuto che gli avevano presentato mentre si trovava nel territorio della Decapoli (Marco VII, 32). Decapoli era la denominazione adottata per un territorio del vicino oriente composto da un gruppo di dieci città collocate presso la frontiera orientale dell’Impero romano, fra le attuali Giordania, Siria e Israele. Secondo l’Evangelista Il Maestro toccò con la saliva la lingua del malato e mise poi le dita nei suoi orecchi; guardò infine verso il cielo, sospirò e disse Effeta, cioè Apriti. E subito si sciolse il nodo della lingua ed il malato iniziò a parlare in maniera distinta.
Gesù, nella notte in cui fu catturato sul Monte degli Ulivi, operò un’altra meravigliosa guarigione. Pietro quando vide che le guardie arrestavano Gesù, estrasse la spada e ferì, mozzandogli l’orecchio destro, Malco, servo del sommo sacerdote. (Luca XXII, 51). Gesù redarguì il feritore e toccò l’orecchio di Malco, nonostante questi fosse uno di coloro che erano andati ad arrestarlo, e lo guarì all’istante. Secondo Matteo (VIII 16-17); Marco( I, 32-34), e Luca IV (40-41) dopo le guarigioni dell’indemoniato di Cafarnao e della suocera di Pietro, Gesù, imponendo le mani, guarì tutti gli ammalati che gli venivano presentati e scacciò, con la parola, molti demoni mentre era in giro per la Galilea accompagnato dagli Apostoli e da alcune donne che erano state liberate da spiriti maligni o guarite da altre infermità ( Marco III, 20) , ( Luca VIII 1-37).
Altre guarigioni furono operate dopo aver attraversato il lago di Tiberiade, nei pressi di Genazeret, (Matteo XIV, 34-36) e Marco (53-56). Quando Gesù entrò per l’ultima volta nel tempio di Gerusalemme e pianse prevedendo la rovina della città che era ormai prossima fu avvicinato da ciechi e zoppi e tutti furono guariti Gesù veniva ormai considerato come il Medico e non come il rilevatore della Verità che le masse non potevano ancora capire.
Nella narrazione evangelica sono poi riportate le resurrezioni di tre morti. Il primo ad essere resuscitato fu il figlio di una vedova di Naim. Gesù vide un corteo funebre seguito dalla madre del morto ed ebbe compassione di questa. Si avvicinò allora alla bara e, fatto fermare il corteo, disse: Giovanetto, dico a te, alzati su e il morto si alzò a sedere e cominciò a parlare (Luca VII 11-17).
La seconda resurrezione riguardò la figlia di Giairo uno dei capi della Sinagoga. Questi era andato da Gesù dicendo che la sua figliola di dodici anni era gravemente malata e gli disse: La mia figliola e agli estremi, muore. Vieni imponi su di lei le mani affinché abbia salva la vita. Intanto arrivò un suo familiare che disse: Non molestare oltre il Maestro: Tua figlia è morta. Gesù disse però al padre: Non temere: soltanto abbi fede e sarà salvata. Arrivato nella casa e vista la folla disse: Perché vi affannate e piangete? Ritiratevi perché la fanciulla non è morta, ma dorme. Molti furono gli increduli ma Gesù chiamato il padre entrò nella stanza dove giaceva la morta la prese per mano la fece alzare e disse semplicemente: Talita cumi
che significa Fanciulla dico a te, alzati e quella subito si alzò.
La terza resurrezione è la più nota: Lazzaro, già morto da tre giorni ed in via di putrefazione, risuscitò ed uscì da solo dal sepolcro. Il Signore giunto in casa di Lazzaro trovò le sorelle Marta e Maria affrante per la morte del fratello. Gli dissero: Signore se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto. Scrive l’Evangelista che Gesù si commosse e turbò se stesso. Giunto al sepolcro di Lazzaro che era chiuso da una grossa pietra ordinò che fosse rimossa. E all’incredulità di Marta che disse: Signore, già puzza perché morto da quattro giorni rispose: Non ti ho detto che se credi vedrai la Gloria di Dio? Tolta la pietra Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: Padre ti ringrazio di avermi esaudito. Sapevo bene che sempre mi dai ascolto: ma l’ho detto per il popolo affinché creda che tu mi hai mandato e detto questo con forte voce esclamò Lazzaro vieni fuori. Uscito fuori il morto legato mani e piedi con fasce e il volto coperto da un fazzoletto, Gesù disse ai circostanti di scioglierlo e di lasciarlo andare. Molti dei Giudei che erano andati da Marta e Maria ammirando quello che aveva fatto Gesù credettero in Lui. (Giovanni 11, 1-45)