Paolo è il nome greco di Saulo, ebreo ellenizzato, nato a Tarso di Cilicia che corrisponde alla parte sud est dell’attuale Turchia. Saulo, come altri suoi connazionali, avversava i Cristiani ma si convertì poi miracolosamente al Cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani in quella città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce di Gesù che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?. Reso cieco da quella luce divina, cadde da cavallo e vagò per tre giorni a Damasco, dove fu poi guarito da Anania, capo della piccola comunità cristiana di quella città. A proposito della caduta di Paolo da cavallo, alcuni commentatori scrissero che poteva essere attribuita a cause varie cioè ad insolazione, a paralisi da ictus cerebrale o ad altri fattori patologici. La maggior parte però attribuì la causa ad un fattore soprannaturale. Nell’anno 67 fu decapitato a Roma per ordine di Nerone e fu canonizzato come San Paolo apostolo.
Egli non conobbe Gesù in vita, come i Dodici Apostoli, ma fu il primo ad avere come esperienza quella del Cristo risorto. Dopo la conversione Paolo fu arrestato dai romani a Gerusalemme con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell’imperatore, come era suo diritto in quanto cittadino romano, fu condotto a Roma per essere giudicato. Durante la navigazione verso Roma, in seguito ad un naufragio, approdò nell’isola di Malta.
La vita di S. Paolo ebbe molti contatti con la medicina sia per riferimenti storici e sia per una quantità di leggende fiorite intorno al suo nome e alla sua personalità. Sappiamo che
dopo la conversione operò alcuni miracoli e uno dei primi fu quello di aver liberato, a Filippi di
Macedonia, una serva da uno spirito immondo.
Altre guarigioni miracolose furo compiute ad Efeso e a Troade (l’antica Troia) ove richiamò in vita un ragazzo che era caduto dal terzo piano. Nell’isola di Malta fece un miracolo che condizionò poi una lunga tradizione medica propagatasi per tutto il medioevo. Secondo quanto racconta Luca negli Atti degli Apostoli il viaggio verso Roma fu burrascoso e una tempesta spinse i naviganti sull’isola di Malta. I naufraghi, appena approdati, accesero un fuoco sulla spiaggia per riscaldarsi utilizzando dei rami secchi e, mentre questi bruciavano, venne fuori una vipera che ferì Paolo alla mano. Sappiamo che il veleno di questo serpente è tale da condurre alla morte ma Paolo non riportò alcun danno e tutti pensarono perciò che egli fosse refrattario al veleno e, per questo motivo, gli abitanti del luogo lo considerarono un
essere superiore perché era sopravvissuto al morso della vipera.
Dopo questo episodio nacque la leggenda che, grazie ai suoi poteri, S. Paolo avesse reso inoffensivi tutti i serpenti dell’isola privandoli del loro veleno e che vi erano alcune persone che avevano ereditato dal Santo la facoltà di poter guarire tutti coloro che erano stati morsi da serpenti velenosi. Sull’isola vi erano poi le cosiddette lingue serpentine che erano, in effetti, dei denti fossilizzati appartenuti ad alcune specie di pesci dell’isola, estinti nel corso dei secoli e presenti in grande quantità nella grotta dove San Paolo aveva soggiornato. Per questo motivo furono considerati come degli amuleti contro il veleno dei serpenti. Oltre le lingue serpentine diventarono celebri nell’isola di Malta gli occhi dei serpenti che erano dei piccoli minerali che potevano ricordare, per la loro forma, un occhio. Anche questi erano denti fossili appartenenti ai ganoidi, specie di pesce scomparsa.
Ma più delle lingue serpentine e degli occhi era famosa la terra argillosa, proveniente dalla grotta dove S. Paolo si era rifugiato. Questa terra era dotata di proprietà assorbenti, astringenti e sudorifere. Se ne facevano pastiglie quadrate e rotonde su cui si imprimeva, per comprovarne l’autenticità, un sigillo che rappresentava quasi sempre l’immagine del Santo.
Ci viene poi tramandato che nel medioevo vi era una particolare categoria di persone, detta degli Uomini della Casa di San Paolo, che si diceva fosse discendente dalla famiglia del Santo ma, in effetti, era composta in gran parte da ciarlatani. Queste persone si dicevano immuni dal veleno di tanti animali ma specialmente dei serpenti e si dichiaravano capaci di guarire tutti quelli che ne erano stati morsi.
Le persone che dicevano di essere discendenti dalla casata di San Paolo le ritroviamo non solo
nell’antichità ma anche in epoche più recenti. Essi avevano il potere di guarire i malati con un
semplice toccamento, previa preghiera rivolta al Santo. Il nome di san Paolo rimase poi legato alla leggenda delle acque terapeutico-miracolose che a Roma erano le Acque Salvie il cui potere
terapeutico era riconosciuto ufficialmente anche se non veniva specificato per quale genere di
malattie fossero indicate.
Di San Luca si è parlato molto per stabilire se sia stato medico o non medico. La questione, nel
corso degli anni, ha appassionato tanti studiosi, divisi tra quelli che lo riconoscevano medico e
quelli che lo negavano. S. Paolo, nella Lettera ai Colossesi scrive: Vi saluta Luca, medico carissimo. San Paolo era stato compagno di Luca e quindi era colui che meglio lo conosceva. E Dante, sicuro della testimonianza di San Paolo, scrisse di Luca nella Divina Commedia: Vidi due vecchi in abito dispari, L’un si mostrava alcun dei famigliari di quel sommo Ipocràte che natura a li animali fé ch’ella ha più cari) (Purg.XXIX-136-138)
Il termine medicus usato da San Paolo significa medico delle anime o veramente medico fisico nel senso materiale della parola? I Cristiani interpretarono il termine come medico fisico e San Luca diventò allora il Santo medico per eccellenza. In tempi antichi negare che San Luca fosse medico poteva essere anche segno di eresia. A San Luca oltre quella medica furono attribuite altre professioni. Fu considerato pittore, scultore e autore, particolarmente bravo, a scolpire statue rappresentanti la Madonna. Ad ogni modo San Luca fu nominato patrono di molte società, corporazioni di artisti e di medici e, non meno dei Santi Cosma e Damiano, fu preso come il simbolo della Medicina e fu effigiato in veste di medico. Molte scuole di Medicina lo avevano come loro protettore.
P.S. Esaurita la parte riguardante le guarigioni di Cristo e degli Apostoli, ringrazio i lettori che mi hanno seguito e do appuntamento al prossimo settembre, se mi sarà consentito, per la rubrica che riporterà i profili dei Santi che furono veramente medici e non perché riconosciuti tali dalla tradizione cristiana.
Antonio Citarella
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