1^ Domenica di Quaresima commento al Vangelo secondo Marco 1,12-15

Mercoledì delle Ceneri è iniziato il Tempo di Quaresima, cammino che ci porterà a vivere il mistero del Triduo pasquale. La Quaresima è anzitutto un cammino della Spirito che ci sospinge nel deserto come è avvenuto anche con Gesù. Infatti, il testo del vangelo di questa Prima Domenica del Tempo di Quaresima inizia proprio con questa annotazione dell’evangelista Marco «lo Spirito sospinse Gesù nel deserto». Luogo, questo, che ci ricorda il cammino del popolo d’Israele dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto «Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso» (Es 13,18). Il deserto diventa il luogo di passaggio dalla schiavitù alla libertà. Gesù entra nel deserto per rafforzare la sua libertà di Figlio e la sua disponibilità a seguire il progetto che Dio ha tracciato. Nella sua libertà Gesù sperimenta l’importanza dell’obbedienza, perché liberi non è fare ciò che si vuole ma aderire ad un progetto eterno di Dio.

Non solo, il deserto è anche il luogo della presenza Dio. È nel silenzio che si ha la certezza che Lui è la guida nel cammino quaresimale. Dio non si nasconde ai nostri occhi ma, anzi, cerca in tutti i modi di farsi presenza. Anche il popolo ha fatto l’esperienza di un Dio presente «Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte» (Es 13, 21-22). Gesù è consapevole che nel silenzio del deserto può ascoltare Dio Padre, accogliere la sua Parola, realizzare le sue promesse. E si lascia guidare dalla preghiera come ci ricorda l’evangelista Marco «Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava» (Mc 1,35). Carissimi, anche noi siamo chiamati a entrare nel silenzio del deserto per poter dialogare con Dio nella preghiera. Questo è il tempo favorevole, abbandoniamo per un po’ i tanti rumori che ci circondano e che ci stordiscono per accogliere, nel silenzio, Dio nella nostra anima.

Il deserto è anche il luogo della prova per Gesù «nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana». Quaranta è un numero simbolico nella Bibbia e ci ricorda diversi eventi. Quaranta ricorda Noè e il diluvio universale. Per quaranta giorni e quaranta notti Dio fece piovere sulla terra e Noè insieme alla sua famiglia e agli animali si salvarono chiusi nell’arca (Gn 7, 4-12).

Quaranta è il cammino del popolo nel deserto, come viene riportato nel il libro del Deuteronomio «Perché il Signore tuo Dio ti ha benedetto in ogni lavoro delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il Signore tuo Dio è stato con te in questi quaranta anni e non ti è mancato nulla» (Dt 2,7).

Quaranta è legato al profeta Elia che «camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb» (1Re 19,8). Questi solo per citarne alcuni. Anche Gesù resta nel deserto per quaranta giorni per prepararsi alla missione, ma tentato da Satana. Il male che vuole trionfare sul bene, il peccato che cerca di sopraffare il perdono. Per lui è il tempo della decisione, ma la Quaresima è anche per noi il tempo della decisione di seguire Dio, di accoglierlo e ospitarlo nella nostra vita, di fargli spazio e di sentire il “suo respiro” di vita.

Nell’augurarvi un buon cammino quaresimale vi lascio con le parole di papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la Quaresima 2024. Scrive il papa «la Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere – come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore».

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