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La riflessione sulla parola di Dio

Solennità del Corpus Domini, commento al Vangelo secondo Marco 14,12-16.22-26

Celebriamo questa domenica la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Una solennità che si esprime e si esplicita in ogni Celebrazione Eucaristica, dove veniamo convocati per celebrare con Gesù il Giovedì Santo. Questa festa del Corpus Domini nasce intorno al XIII secolo per rafforzare la fede e la devozione verso la Santissima Eucarestia e per contrastare alcune eresie nate in opposizione al Sacramento. Rilevante è il continuo richiamo all’Ultima Cena nella quale il Signore Gesù, Agnello immolato sull’altare, dona il suo Corpo e il suo Sangue e chiede ai suoi discepoli: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19) istituendo, di fatto, il sacerdozio. Il Corpo e il Sangue di Gesù non è privilegio di pochi ma è nutrimento per tutti, perché, come ci ricorda Gesù stesso, “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6, 54-56). Per noi cristiani non è facoltativo nutrire la propria fede con l’Eucarestia ma è essenziale perché, mentre la devozione ci avvicina a Dio, il Sacramento eucaristico ci fa entrare nella piena comunione nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Il brano evangelico ci porta a Gerusalemme per rivive la festa della Pasqua. Il clima è molto teso, nei giorni precedenti con l’entrata trionfante in città e con la cacciata dei mercanti dal Tempio, Gesù ha rotto ogni rapporto con le autorità. Intanto Giuda Iscariota ha concordato con essi il prezzo e le modalità del tradimento. Nonostante cerchino di catturarlo, Gesù desidera celebrare con i suoi la festa della Pasqua. Interessante la domanda dei discepoli: dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua? Sono consapevoli che il luogo è importante per vivere non solo la festa ma un tempo di piena intimità con Gesù. Occasione per i discepoli per confrontarsi con lui, chiedere chiarimenti, porre domande.

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». Le indicazioni sono chiare e precise perché Gesù ha già provveduto a scegliere il luogo per celebrare la Pasqua. Quello che colpisce è la sala al piano superiore. Un’indicazione che può sembrare superflua ma che in realtà sta a sottolineare il “piano superiore” dell’Ultima Cena, dell’Eucarestia, rispetto a tutto, così come la domenica, Pasqua settimanale, per noi cristiani è il giorno del “piano superiore” rispetto ai sei della settimana.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Il cuore della Celebrazione Eucaristica è contenuto in queste parole eterne. In ogni chiesa, ogni qualvolta si celebra, queste parole arricchiscono il senso comunitario dei fedeli per accrescere il desiderio di Gesù. L’Eucarestia forma il cristiano nella misura in cui il cristiano vive di Eucarestia, come i Martiri di Abitene (III-IV secolo d.C.), in Africa, che vennero giustiziati per non aver rinunciato alla loro fede, e di fronte ai loro carnefici professarono: “Sine dominico non possumus” – Senza la domenica non possiamo vivere! Buona Festa del Corpo e Sangue di Gesù Cristo.

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