Vitamina D, gli alleati da mettere nel piatto per ottimizzarne l’apporto

La vitamina D è un nutriente essenziale per il benessere umano. Entrando nel vivo delle sue caratteristiche, ricordiamo che è liposolubile e presente in due forme. La vitamina D2 o ergocalciferolo è di derivazione vegetale, mentre la vitamina D3, conosciuta anche come colecalciferolo, si assume attraverso fonti di origine animale oltre ad essere sintetizzata dal nostro corpo in situazioni come l’esposizione al Sole (per questo durante i mesi invernali abbiamo particolarmente bisogno di questa vitamina speciale, utile, tra i vari aspetti, anche per mantenere efficienti le difese immunitarie).

A quanto corrisponde il fabbisogno quotidiano? A circa 400 unità (che possono arrivare a 1000 in situazioni di particolare deficit).

Onde evitare di avere a che fare con situazioni di fastidiosa carenza – tra le conseguenze è possibile includere i dolori articolari – è quanto mai importante fare attenzione a quello che si mette nel piatto. Tra gli alleati migliori da portare in tavola troviamo senza dubbio la trota, ma anche pesci come lo sgombro, il pesce spada, il salmone.

Gli alimenti che contengono vitamina D non finiscono certo qui! Da non trascurare sono infatti anche fonti come lo yogurt intero – ottima idea, salvo indicazioni diverse da parte del nutrizionista di fiducia, per una colazione o uno spuntino – per non parlare della feta e del latte di capra, gustoso e digeribile.

Forse non tutti sanno che pure uno dei comfort food più amati, ossia il cioccolato, è prezioso ai fini dell’ottimizzazione dell’apporto di vitamina D.

Fondamentale è aprire la parentesi degli alimenti di origine vegetale. La vitamina D, infatti, è presente in alcune verdure, ma in quantità esigue. Parliamo, per esempio, di broccoli, cicoria, cavolo riccio (per evitare che il nutriente si disperda, è opportuno cuocerli al vapore).

Nel momento in cui si punta a trovare una fonte rilevante di vitamina D di origine non animale, l’attenzione deve cadere sui funghi (che, come ben si sa, fanno parte di un regno a sé rispetto agli animali e ai vegetali, ossia quello dei funghi). Entrando nel vivo di questo aspetto, ricordiamo che tra le specie più ricche della vitamina a cui stiamo dedicando queste righe troviamo i porcini.

Chiaro è che, a causa soprattutto della presenza di micosina, peculiarità che li rende spesso ostici da digerire, i funghi non possono essere considerati tra le principali fonti di vitamina D. Alla luce di ciò, è opportuno includere nella propria dieta anche altri alimenti, come per esempio il tuorlo d’uovo – senza esagerare onde evitare di andare incontro a un aumento dei livelli di colesterolo – e, tra le varie alternative, anche i gamberi.

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